Jesi-Fabriano

Frutta e verdura nella morsa del caldo e della siccità, Martarelli del Cjpo: «La situazione è pesante»

Caldo record e piogge sotto le medie climatiche mettono a dura prova la produzione di frutta e verdura

Pomodori (foto di Artur Pawlak da Pixabay)

ANCONA – Pomodori bruciati dal sole e frutteti in stress idrico. La situazione nelle campagne marchigiane preoccupa gli imprenditori agricoli alle prese con gli effetti di un clima che cambia. L’estate del 2024 oltre al primato del caldo sarà ricordata anche per la siccità che sta mettendo a dura prova colture orticole e piante da frutto.

Solo per fare un esempio il mese di luglio ha visto temperature di 4-5 gradi, con picchi di 6, superiori alle medie climatologiche del trentennio 1981-2011, mentre le precipitazioni sono state inferiori del 65%, senza contare anche l’inverno mite e poco piovoso.

«La situazione è pesante», racconta Emanuele Martarelli, presidente del Cjpo, la cooperativa jesina produttori ortofrutticoli e amministratore delegato dell’azienda agricola Grilli Malvina, a causa della siccità legata alle scarsissime precipitazioni piovose, gli agricoltori sono costretti ad irrigare i campi utilizzando quantità ingenti di acqua. Eppure nonostante gli sforzi sostenuti dagli agricoltori e i «costi elevati di produzione» per far fronte alle necessità di frutta e verdura, si profila una stagione non buona dal punto di vista della produzione.

«Con il caldo le piante vanno in sofferenza» spiega, mettendo sul tavolo anche il problema delle avversità patogene e animali che possono colpire alcune coltivazioni orticole e piante da frutto. Per quanto riguarda i frutteti la produzione quest’anno si prospetta ridotta e la frutta di «piccola pezzatura» spiega Martarelli.

Le piante di verdura bruciate e una minore produzione di frutta mettono in difficoltà le imprese agricole che pensano a come fronteggiare il cambiamento climatico. «Siamo molto preoccupati – conclude rappresentando il mood (sentimento) che predomina nella categoria – stiamo cercando di capire cosa piantare per far fronte al cambiamento climatico e anche come poter modificare le modalità di coltivazione per utilizzare meno acqua» conclude.

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