ANCONA – Sono due le offerte giudicate affidabili dai commissari straordinari che hanno in mano le sorti del Mercatone Uno. Due offerte per 11 punti vendita sui 55 italiani che stando a quanto trapelato comporterebbero il ricollocamento dei 365 dipendenti che lavoravano nella catena di arredamento fino al crac della Shernon Holding avvenuto il 24 maggio scorso. Un fallimento giunto improvvisamente e come una doccia gelata sui 140 dipendenti marchigiani dei quali 110 prestavano servizio nei tre punti vendita della regione (Pesaro, Monsano e Civitanova Marche) e una trentina nella sede abruzzese di Colonnella.
Al momento non ci sono comunicazioni ufficiali che fra gli 11 negozi ci siano anche punti vendita delle Marche, ma sarebbe trapelato che tra questi ci sarebbe il punto vendita di Monsano, mentre gli altri negozi per ora sarebbero esclusi da quelle due offerte. I lavoratori marchigiani però ci sperano e sperano che la salvezza possa arrivare per tutti. Parallelamente intanto proseguono le trattative con altre aziende per la cessione degli altri punti vendita, nelle altre offerte arrivate sarebbero inclusi anche gli altri punti vendita della regione.
Gli ex dipendenti del Mercatone Uno sono stremati dalla situazione di incertezza e dalla vertenza che non sembra giungere mai ad un punto. Il 7 gennaio per loro è arrivata la proroga della cassa integrazione autorizzata dal Ministero il 6 febbraio fino al 23 maggio 2020, un periodo che lascia poco spazio alla tranquillità anche perché gli importi sono esigui e il pagamento è a spot.
«La situazione dei lavoratori è ancora di grande incertezza – spiega il segretario generale Fisascat Cisl Marche, Marco Paialunga -. Incertezza sulla possibilità di riprendere il lavoro in quanto le offerte per l’acquisto dei complessivi 11 punti vendita non sappiamo se coinvolgono i punti vendita delle Marche, a questo si aggiunge l’incertezza sulla continuità di reddito connesso alla cassa integrazione».
La cassa integrazione straordinaria è stata autorizzata per 26 lavoratori a Pesaro, 31 a Monsano e 40 a Civitanova Marche.
«Ora la palla passa alle sedi Inps che devono erogare le prestazioni, è fondamentale che questo percorso si compia il più velocemente possibile affinché alla preoccupazione sul futuro non si aggiunga la tensione per l‘interruzione della continuità di reddito che seppur minima è garantita dall’ammortizzatore sociale», conclude il segretario Fisascat.
«Sono fortemente preoccupato per questa situazione di stallo, siamo già a metà mese e ancora nessun riscontro – commenta il segretario regionale Uiltucs Uil Fabrizio Bontà -. Inoltre i tam tam non sono positivi almeno per due punti vendita su tre. Attendiamo la convocazione da parte dei commissari».
Una vicenda, quella del fallimento del Mercatone Uno, che oltre a lasciare a piedi 1.732 lavoratori, ora in cassa integrazione, ha lasciato in sospeso anche clienti e aziende: 10.500 i clienti che non hanno mai ricevuto i mobili già pagati o per i quali avevano versato acconti e 500 aziende che vantano crediti verso la gestione fallita.