JESI – Saranno avviati già questa settimana gli esami sui resti umani rinvenuti sabato a Roma, al parco del Pigneto, in un canale di scolo semi sepolto in un terreno di proprietà di Ferrovie dello Stato. La Procura di Ancona ha preso subito contatti con l’autorità giudiziaria di Roma per capire se vi sia compatibilità tra quei resti e il giallo che da 15 mesi tiene una povera madre con il fiato sospeso e il cuore spezzato. Secondo il medico legale intervenuto al momento del recupero, quel cranio apparterrebbe a una giovane donna di circa 30 anni morta un anno fa e le condizioni ambientali a cui sarebbe stato esposto il cadavere in questi lunghi mesi, ne avrebbe accelerato la decomposizione tanto da far rinvenire solo pochi tessuti e lo scheletro. Oltre a una fibbia di uno zainetto e una collanina d’argento. Tempi e datazione coinciderebbero con la povera Andreea Rabciuc, la 27enne scomparsa il 12 marzo dello scorso anno dalle campagne di Montecarotto, dopo una lite con il fidanzato dell’epoca Simone Gresti (ancora unico indagato per sequestro di persona e spaccio).
Se vi fosse compatibilità tra quei resti e il Dna di Andreea – solo l’esame disposto dalla Procura potrebbe confermarlo – la posizione di Simone, che ha sempre dichiarato di averla vista andare via con le sue gambe, si alleggerirebbe. Ma si aprirebbe un’altra dolorosa pagina per capire cosa le possa essere accaduto e se qualcuno le abbia fatto del male. In settimana sarà disposto l’esame del Dna sui resti, eseguito presumibilmente sui frammenti ossei e sui denti. All’esame prenderà parte come accertamento tecnico irripetibile anche il perito di parte del pool difensivo, il medico legale dottor Cortucci. Ma la mamma non ci crede. Georgeta Cruceanu rompe il suo doloroso silenzio durato mesi e mesi, per dare spazio a un sentimento legittimo e umanamente comprensibile: «Quella ragazza non è Andreea». Parole che sgorgano dal cuore, miste alla speranza di una madre che non si arrende all’idea inaccettabile che la sua creatura non ci sia più.
Sarà l’esame del Dna a stabilire con certezza scientifica la verità. I risultati, dovrebbero essere comunicati alla famiglia tra 15 giorni, salvo complicazioni. Intanto la Procura di Roma sta scandagliando tutti i casi di donne scomparse nell’ultimo anno, perché se non dovesse essere Andreea qualche altra famiglia potrebbe avere finalmente una tomba su cui piangere la propria cara scomparsa.