MONTECAROTTO- Andreea Rabciuc scompare nel nulla il 12 marzo 2022. Un anno fa. Sono passati 12 mesi e il giallo su questa bella ragazza, 28 anni, origini rumene, residente a Jesi, svanita nel nulla dopo una serata burrascosa col fidanzato e altri due amici in una roulotte davanti a una casa colonica sulla Montecarottese, sembra non trovare ancora luce.
Della ragazza non si sa nulla, le indagini preliminari sono state prorogate e le ricerche sono ancora in corso. Così come le indagini tecnico-scientifiche sui cellulari, computer e sulla vita social della giovane campionessa di tiro a segno. Unico punto fermo in questa dolorosissima vicenda, il nome del fidanzato di Andreea – Simone Gresti, autotrasportatore di 44 anni residente a Moie di Maiolati Spontini – iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di sequestro di persona. È l’ultima persona ad aver visto Andreea viva. Con lei ha trascorso la sera prima della scomparsa in quella roulotte, hanno litigato animatamente e si è trattenuto il cellulare della ragazza, mentre lei si sarebbe allontanata a piedi sulla Montecarottese verso le 7 del mattino. Siamo fermi qui. Alla sua continua riaffermazione di innocenza mentre tenta, a stento, a continuare una vita normale tra lavoro e amici; alla Procura che continua a tenere alta l’attenzione su di lui. Ma nessun altro nome al momento spunta tra gli indagati, sebbene vi siano altri personaggi che ruotavano attorno ad Andreea e che avrebbero avuto contatti con lei prima che sparisse.
«Simone cerca di stare tranquillo – ci racconta l’avvocato difensore, Emanuele Giuliani – o almeno così appare finchè non si parla di questa vicenda, molto dolorosa anche per lui. Ha ripreso a lavorare, la sua quotidianità. E’ sereno, perché è certo di non aver fatto nulla ad Andreea, ma anche lui vive sospeso in un limbo finché non sarà determinata una svolta nell’indagine».
Andreea non si trova. Eppure l’hanno cercata per mare, per terra, per acqua e per cielo attraverso l’uso di droni. Anche nelle scorse settimane le ricerche sono andate avanti. Carabinieri, protezione civile, volontari, sommozzatori e, parallelamente, anche il pool difensivo coordinato dall’investigatore Andrea Ariola che ha messo in campo anche una medium. Segnalazioni, informazioni confidenziali, piste di possibili avvistamenti, sciacallaggio. Tutti falsi, doverosamente verificati ma che non hanno portato a risultati. I fenomeni atmosferici di questi mesi, così diversificati tra loro, non hanno restituito né un corpo, né una traccia. Come se Andreea si fosse volatilizzata nel nulla. Grande il dolore della mamma, Georgeta Cruceanu, che non si arrende all’idea di poter riabbracciare sua figlia. Nel ricordare tra le lacrime il giorno «più bello della vita», quello della nascita della sua bambina, lo scorso 7 dicembre, giorno del compleanno di Andreea, ha soffiato sulle candeline rosa di una torta. Un gesto simbolico, che ha fatto al posto della figlia, esprimendo l’unico desiderio possibile: riabbracciarla e riaverla accanto a sè.
«Ti voglio con me. Devi tornare dalla tua mamma», la implora la madre contando i mesi di buio in cui è precipitata la sua vita da quando è scomparsa la figlia. Ad oggi, dopo 12 lunghi mesi di ricerche, interrogativi e dubbi, le indagini sulla scomparsa di Andreea non si sono ancora fermate. Ma il giallo è ancora molto intricato. Il magistrato ha respinto l’istanza del difensore sul dissequestro dei beni sequestrati a Simone Gresti (la sua Audi, un computer, un giubbotto e 4 cellulari), ritenendo necessario che restino a disposizione dell’autorità giudiziaria per le analisi tecnico/scientifiche di cui è stato incaricato il perito della Procura, l’analista forense Luca Russo. Analisi che non si sono ancora concluse, poiché la vita social e web della ragazza era fitta di contatti e di connessioni da scandagliare. Ci sono ancora troppe domande senza risposta in questo caso, balzato alle cronache nazionali e internazionali. Ma una su tutte: Andreea, dove sei?