APIRO – La scuola di Teatro di Onisio festeggia dieci anni di vita, un traguardo importante visto che con passione ed impegno è riuscita a riportare ad Apiro l’interesse per l’arte del teatro. Non a caso dieci anni fa riapriva al pubblico il Teatro Mestica.
«La scuola di teatro è nata con l’esigenza di cavalcare la curiosità che c’era in paese per la riapertura del Teatro Mestica – spiega Fiorenza Montanari, direttrice della scuola – L’intento è quello di educare il pubblico ad amare l’arte del teatro, non solo portandolo a teatro, ma facendogli vivere il teatro in prima persona. Nel giro di dieci anni gli iscritti sono triplicati. La grande soddisfazione non solo è che oramai da diversi anni gli iscritti non sono solo di Apiro ma anche di comuni limitrofi (Cupramontana, Cingoli, Moie, Angeli, Serra San Quirico, Jesi, Offagna e Macerata), ma che i piccoli con cui ho iniziato ora sono grandi: e devo ammettere anche grandi attori, amanti del teatro ed attenti critici!».
Recentemente il Teatro Mestica ha conquistato il pubblico con una stagione teatrale dedicata alla scienza, che ha visto salire sul palco del Massimo di Apiro artisti ed ospiti di eccezione, che hanno raccontato storie straordinarie. Ad aprire la stagione era stato il professore Walter Alvarez dell’Università di Berkeley in California, scopritore dell’estinzione dei dinosauri, figlio del premio Nobel per la fisica Luis Alvarez.
Per celebrare la ricorrenza Fiorenza Montanari ha chiamato a raccolta i primissimi allievi della scuola con i quali ha scritto “La cacca sulla Luna”, spettacolo che si terrà i prossimi 26 e 27 maggio, ore 21, al Teatro Mestica, ingresso ad offerta. «Negli anni i ragazzi hanno contribuito donando piccoli grandi tesori alla scuola di teatro come costumi, oggetti di scena o semplici cose in disuso, “monnezza” che per noi invece sono un’enorme ricchezza dal momento in cui i nostri allestimenti sono sempre stati all’insegna del riciclo e del riuso creativo. La scenografia de “La cacca sulla Luna” lo dimostra, in scena vi è la sala comandi di un astronave fatta interamente di tubi, tastiere, schermi, termoconvettori, televisori, tostapane rotti e da buttare. Così come hanno contribuito negli anni molti professionisti del settore, offrendo micro laboratori o seminari agli iscritti su ambiti specifici della messa in scena tipo: trucco teatrale, analisi film, yoga, tessuti aerei ed acrobazia base, scenografia, teatro-danza, giocoleria, costruzione e manipolazione di marionette, sartoria, storia dell’arte figurativa ed iconografia teatrale».
Ironia, scienza, musica e letteratura faranno da contorno allo spettacolo che «Non vuole essere un lavoro autoreferenziale, ma un delirio pseudo-scientifico, psico-comico che mescola tutti quei riferimenti alla luna che troviamo in musica, nella letteratura e nel cinema: dai Pink Floyd a Leopardi, passando per Ciàula,Méliès ed i Fratelli Grimm, fino ad arrivare a Beethoven ed ET nel cestino della bicicletta volante, il tutto in una cornice temporale della guerra fredda e quella famosa calda estate del ’69 in cui l’uomo mise piede per la prima volta sulla superficie lunare».