Jesi-Fabriano

Appeso uno striscione dai dipendenti di Beko Europe di Fabriano in piazza del Comune

Pierpaolo Pullini: «Il centro di progettazione fabrianese si sta lentamente spegnendo in quanto i progetti in essere stanno mano a mano andando a essere completati e non ne vengono assegnati di nuovi»

Striscione appeso dai dipendenti della Beko Europe di Fabriano

FABRIANO – «Il centro di progettazione fabrianese si sta lentamente spegnendo in quanto i progetti in essere stanno mano a mano andando a essere completati e non ne vengono assegnati di nuovi. Sempre più persone sono senza lavoro assegnato e rischiano di vedere sparire la propria posizione. Questo sta a dimostrare l’inefficacia della linea istituzionale perché, nei fatti, i licenziamenti li stanno già preparando e rischiamo che inizieranno in maniera silenziosa, mentre la discussione sarà in atto». A parlare è Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom, nonché responsabile sindacale per il distretto economico-produttivo di Fabriano, nel giorno in cui gli impiegati e operai, insieme alle sigle sindacali Fim-Fiom-Uil e alle autorità cittadine hanno deciso di appendere questa mattina in piazza del Comune, sul balcone dell’ex sede comunale, «per mantenere alta l’attenzione sulla vertenza Beko per tutto il periodo natalizio, fino al prossimo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy previsto per la seconda metà di gennaio 2025». La newco costituita al 75% da Arcelik e al 25% da Whirlpool ha presentato un piano industriale che per le Marche prevede quasi 400 esuberi tra operai (66 a Melano), impiegati e dirigenti (circa 300 tra ridimensionamento degli uffici regionali e chiusura dell’unità di Ricerca e Sviluppo) a Fabriano (Ancona); circa 320 a Comunanza (Ascoli Piceno) per la chiusura dello stabilimento entro il 2025.

Sindacati e operai di Beko Europe

Lo striscione

Il lavoro è dignità e futuro per Fabriano, la scritta sullo striscione che i lavoratori della Beko Europe Fabriano hanno appeso in piazza del Comune. «Diciamo basta alla logica della speculazione e chiediamo supporto alle Istituzioni per obbligare l’azienda a modificare il piano industriale presentato», le parole dei dipendenti della, il peso sul territorio marchigiano del piano della Beko. «Beko ha acquistato i marchi per gettare alle ortiche non solo la produzione, ma anche le competenze tecniche degli impiegati che pensano, creano, distribuiscono gli elettrodomestici da almeno 70 anni in Italia e nel mondo. Mantiene solo i marchi per commercializzarli e vivere dei nostri acquisti come consumatori», dichiarano, mentre Pierpaolo Pullini, a nome dei sindacati di categoria, ribadisce che la Beko debba ritirare il piano «e ne presenti uno con più investimenti, più prodotti, più progetti e più prospettiva. Il Governo inizi finalmente a mettere in campo politiche industriali per la difesa e il rilancio dell’industria italiana», conclude.