JESI – Un anno stravolto dalla pandemia. Mesi interminabili che hanno messo a dura prova vite e abitudini, racchiusi in quindici racconti scritti in piena era Covid, all’interno di un mondo rivoluzionato da un virus che ci ha spinto a ripensarci. “Aria” (Bordeaux Edizioni). Questo è il titolo, emblematico ed evocativo, del nuovo lavoro – in uscita domani (24 agosto) in libreria – di Ugo Coppari, scrittore jesino che vive ormai da anni a Perugia, dove si occupa di insegnamento dell’italiano a persone straniere. Classe 1982, è fondatore della scuola Studio Pensierini ed è già al suo quinto libro, dopo Bim bum bam, Nove anoressiche, Limbo mobile, Il grande rimbalzo.
«Quando mi si chiede di cosa parlano i miei racconti mi trovo sempre un po’ spiazzato, perché in genere non parlano di un granché, non dicono niente di straordinario, tanto più in questo caso, dove credo di aver registrato le stesse impressioni avute un po’ da tutti durante la pandemia – dice Coppari -. Quello che ho fatto, più che altro, è cercare di dire le cose come se le vedessi per la prima volta. Da anni, infatti, cerco di lavorare più sulla lingua che sulla storia. Per far questo ho anche preso in prestito il modo di esprimersi delle persone con cui ho avuto la fortuna di entrare in contatto: i malati di Alzheimer, i malati di mente, i bambini, gli stranieri, gli sbandati. Più in generale, la lingua di tutti quegli individui che non dicono le cose come ci si aspetta che andrebbero dette. Nella loro sintassi logica ho sempre trovato delle storture, delle faglie, dei buchi da cui sento passare della luce, come se il loro modo inusuale di mettere in fila i pensieri compensasse l’usura a cui vanno incontro le parole che diciamo ogni giorno».
Racconti che risentono fortemente del periodo storico in cui sono stati concepiti. «Tutto il tempo a nostra disposizione – riferisce Coppari – ci ha di sicuro portato a ripensarci, a ripensare il nostro modo di stare al mondo e questo non può che avere delle ricadute anche su quanto si scrive e si legge. A tal proposito credo che il dilemma che caratterizzerà i testi letterari, nel futuro più immediato, abbia un sapore morettiano: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Perché se è vero che è troppo presto per parlare di un qualcosa che ha stravolto la nostra vita, uno stravolgimento che non abbiamo ancora saputo elaborare, è anche vero che apparirà poco credibile un testo che non terrà conto, seppur indirettamente, della presenza oscura di un fatto così monolitico all’interno delle nostre biografie, tanto individuali quanto collettive».
Lo Studio Pensierini è la scuola di italiano per stranieri che Ugo Coppari ha fondato a inizio anno. «Ho spinto i miei studenti a scrivere piccoli testi in italiano, dei pensierini, appunto, con cui imparare l’italiano attraverso la scrittura. Un progetto grazie al quale ci siamo influenzati vicendevolmente. Un progetto che il prossimo anno mira a portare parte di questa comunità nelle Marche, per scoprire una terra che ancora pochi di loro conoscono, attraverso dei corsi itineranti di italiano dove scrivere di quello che si vede e parlare di quello che si è scritto».
Per info: il link della casa editrice