FILOTTRANO – Ancora due giorni per poter visitare la mostra di Michele Gambini, Tracce di un passaggio, dedicata al tema del ricordo, inaugurata lo scorso 21 dicembre. L’esposizione è allestita fino al 4 gennaio a palazzo Tofani Natale Marzi, un cinquecentesco edificio di Filottrano aperto dalle 17:30 alle 19:30. Antico e contemporaneo vengono combinati dal pittore in un percorso espositivo molto evocativo, con opere come: Sole, Cielo, Pianeti, Untitled 2019, Il mio Zibaldone Paesi Lontani.
L’esposizione è curata da Andrea Carnevali che ha voluto porre l’accento sulla rappresentazione della natura da parte di Gambini come una specie di specchio dell’esistenza umana: la giovane personalità del panorama artistico marchigiano non ha dipinto il cosmo fine a se stesso, ma come fosse un mantello che copre l’animo e che sventolando stimola l’osservatore a cercare di andare oltre lo sguardo superficiale.
«La stessa commistione espressiva tra linguaggi diversi è spesso impiegata dal cinema americano degli anni ‘30 e ‘40 – spiega Carnevali – che ha sviluppato uno stile molto evocativo. […] Le molteplici forme stravaganti di paesi lontani o gli eventi fisici […] vengono messi in rapporto alla persona umana e al suo modo di percepire e riconoscere la realtà circostante o lontana. All’uomo non rimane che guardare il processo generativo della natura affinché resti abbagliato dalla sua bellezza».
Il pittore Michele Gambini – nato a Jesi nel 1976 – vive e lavora a Filottrano dove ha elaborato una sua lirica presente nella sezione di opere “Il mio Zibaldone”, dove le parole provano a uscire dalla scena dipinta per rimanere sulla superficie esterna del quadro e dare l’impressione di essere ben più vive di come spesso sono state rappresentate, dando forma esse stesse alla cornice solo per rimarcare l’interno dipinto.