JESI – È stato un breve ma interessante viaggio nella spiritualità e nelle pratiche di devozione dell’Islam, quello nel quale Asmae Dachan ha accompagnato durante l’incontro promosso dalla Fondazione Federico II Hohenstaufen oggi, 9 giugno, nella sala convegni di Palazzo Bisaccioni.
Giornalista, teologa e scrittrice, di origini siriane, Asmae Dachan era già stata ospite un paio di anni fa in Fondazione raccontando della sua esperienza nella martoriata Aleppo.
Stavolta il suo è stato un racconto che ha introdotto nel percorso di fede di questa religione, «lasciando da parte preconcetti e pregiudizi, libero da ogni interferenza».
Nella sua radice etimologica – ha spiegato – Islam (salam in arabo e shalom in ebraico) significa la ricerca della pace attraverso Dio, con un rapporto diretto tra credente e creatore. Senza intermediari ma solo con figure guida, come gli imam.
Molto importante, tra l’altro, il passaggio sulla sacralità della vita. «Coloro che offendono la vita umana offendono Dio perché ognuno lo ha in sé, si insinua tra l’uomo e il suo cuore, è dentro di noi. Invisibile agli occhi ma percepibile dal cuore. Uccidere, quindi, è un atto molto grave».
Ha letto parte di alcune sure del Corano, come la 24, “an – Nur“, la Luce, in quanto «il rapporto con Dio è continua ricerca della sua luce».
Soffermandosi anche sul significato del ramadan, – che si concluderà la sera di giovedì 14 giugno prossimo – un mese di grande coinvolgimento per i fedeli musulmani, con l’astensione dal mangiare e dal bere dalle prime luci dell’alba al tramonto (ma ne sono esentati i malati, i bambini, chi è in viaggio per più di 80 chilometri, le donne in gravidanza).
«Esso comporta una grande riflessione spirituale ma anche una grande empatia con coloro che hanno problemi a procurarsi il cibo nel corso dell’anno. È come mettersi nei panni di chi soffre, pensare a chi ha bisogno d’aiuto».
Digiuno e preghiera sono atti di devozione, ma lo sono anche le relazioni che instauriamo con gli altri esseri umani, portando loro rispetto perché un credente è responsabile anche nei confronti degli altri. E di tutta la natura che lo circonda.
Asmae Dachan parteciperà, stasera, per il secondo anno consecutivo al 40mo pellegrinaggio a piedi Macerata – Loreto. L’intermezzo musicale è stato affidato al coro “Federico II” di Jesi.