JESI – È l’emozione del primo giorno, di quel “sì” che ti cambia la vita, il ritorno alla vita e a fare ciò che più si ama: regalare magia. Il teatro “G.B.Pergolesi”, così bello, sontuoso, magnetico ha un cuore che torna a battere dopo il sonno indotto dai Dpcm. Si riaccendono le luci, i tecnici tornano dietro le quinte, dalla platea il palcoscenico si illumina, su il sipario. La 54esima Stagione lirica di Tradizione riparte da dove era stata interrotta, al debutto mancato di quella “Notte per me luminosa” che oggi attendiamo con ancora più curiosità ed eccitazione.
Le prove sono in corso in questi giorni per l’anteprima riservata agli studenti, giovedì 27 maggio alle 16 mentre la prima, con un vero pubblico in sala, sarà sabato 29 maggio (ore 19) con una replica il 30 (ore 16). Non si temono confronti col passato, questa è un’opera contemporanea con scene liriche da personaggi dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto del compositore Marco Betta su soggetto e testo di Dario Olivieri. Scritta nel 2016 su commissione della Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatri di Piacenza, sarà riproposta dalla Fondazione Pergolesi Spontini in una nuova produzione e con un nuovo allestimento, realizzato dal proprio laboratorio scenografico. Un’opera dal cuore jesino, a cominciare dalle scene, evocative ed essenziali, frutto dell’intuizione di Ginevra Fusari e Alice Gentili – allieve del corso di Scenografia Accademia di Belle Arti di Macerata – costruite a Jesi presso il Laboratorio Scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini. Anche le maestranze artistiche e tecniche al lavoro in questi giorni sono i talenti della medesima Fondazione. Lo stesso regista è un genio tutto jesino di cui abbiamo parlato spesso e volentieri, Matteo Mazzoni (che firma anche i costumi), in queste giornate frenetiche impegnato nelle prove artistiche e musicali con il direttore d’orchestra Marco Attura. Light designer è Ludovico Gobbi, video designer Luca Attilii.
Nel cast di attori-cantanti troviamo il baritono Giacomo Medici di Chiaravalle nel doppio ruolo di Orlando/Pastore insieme a Aloisa Aisemberg che sarà Medoro/Astolfo e Margherita Hibel interprete di Angelica, la voce recitante è di Michele Bandini che sarà Ludovico Ariosto. Le musiche saranno eseguite dai professori della Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana. L’opera è ispirata al più celebre romanzo cavalleresco italiano, “L’Orlando furioso”, protagonisti i suoi fantastici personaggi e lo stesso autore, Ludovico Ariosto. Il compositore è Marco Betta, i cui lavori sono stati eseguiti, tra l’altro, al Teatro alla Scala, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Chigiana di Siena, Arena di Verona, dall’Orchestra Sinfonica della RAI e dall’Orchestra Regionale della Toscana.
La musica di Betta, che si è sempre nutrita della memoria storica di antiche culture mediterranee, fondendo tradizione classica e modernità, si unisce in questa occasione alla narrazione poetica che Dario Oliveri ha immaginato attorno agli ultimi istanti della vita dell’Ariosto, in una notte di prima estate del 1533. In scena sono quattro personaggi, Angelica, Orlando, Astolfo e Medoro, con la fugace apparizione di un Pastore. Tali personaggi sono evocati dai sogni e ricordi di Ludovico Ariosto e dunque cantano e agiscono sulla scena, ma non sono personaggi “reali”. A differenza, s’intende, di Ludovico Ariosto che invece è l’unico essere umano presente nell’opera. È questa, tra l’altro, la ragione per la quale è anche l’unico a parlare anziché cantare. Innovativa, contemporanea e sorprendente, quest’opera è davvero molto attesa. Lo è da novembre, quando i Dpcm e l’emergenza pandemica hanno travolto il mondo dello spettacolo. Sarà comunque un ritorno in teatro in piena sicurezza, con l’obbligo di indossare la mascherina in sala per tutta la durata dello spettacolo.