JESI – «I richiami ad Antifascismo e Resistenza sono già stati inseriti nella nuova versione dello Statuto comunale». Ad annunciarlo è il sindaco Massimo Bacci, dopo che la paventata esclusione dei due riferimenti nella proposta di revisione dello Statuto aveva fatto scattare la protesta dell’Anpi e suscitato diverse reazioni. Fra queste, una lettera aperta dell’ex sindaco e già senatore Aroldo Cascia, che chiedeva l’intervento dell’attuale primo cittadino. E’ proprio nella risposta al suo predecessore che Bacci spiega che Resistenza e Antifascismo resteranno nello Statuto del Comune di Jesi, prendendo anche posizione in merito ad una ulteriore modifica fonte di discussioni e contrasti. Ovvero l’inserimento nel documento del controverso titolo di “Città Regia”.
«Gentile Senatore– scrive Bacci- ho esitato qualche giorno a risponderle, auspicando inutilmente che tra i gruppi di minoranza vi fosse qualcuno che, con un sussulto di dignità, le ricordasse che in verità le modifiche allo Statuto non sono affatto il frutto di una manovra oscura della maggioranza, piuttosto sintesi finale dell’articolato lavoro di una Commissione che ha visto operare congiuntamente – e per lunghi mesi – rappresentanti di tutte le forze presenti in Consiglio comunale.
Aggiungo: le rispondo volentieri anche io in forma pubblica, ancorché desueta tra noi, visto che per ogni altra richiesta o informazione che le interessava, non si è mai – e giustamente – fatto scrupolo di venirmi a trovare in Comune chiedendomi di persona il confronto, rispettoso di un protocollo istituzionale che ci dovrebbe essere tra un Sindaco e chi questa carica l’ha rivestita, soprattutto quando gli argomenti sono facilmente oggetto di strumentalizzazione».
«Vengo al tema- prosegue Bacci- circa l’allarme lanciato per il presunto mancato richiamo nello Statuto all’Antifascismo e alla Resistenza. Fermo restando che sono già stati inseriti nella nuova versione, mi preme comunque sottolineare che, come è stato fatto notare, il costante e ripetuto richiamo, certamente più del passato, alla Costituzione, che nasce antifascista ed è figlia della Resistenza, già dovrebbe mettere in chiaro i valori su cui la nostra Comunità fonda la propria convivenza civile e democratica. Ma di più: si esplicita in esso chiaramente che Jesi ha sempre combattuto gli ideali e le forme nazifasciste, con ciò riconoscendo oggettivamente al valore della Resistenza la sua centralità. Nessun intento revisionista, dunque, a cui peraltro nessuno aveva mai minimamente pensato».
Infine, Bacci afferma: «Quanto al titolo di “Città regia”, converrà con me che assegnargli un significato politico anziché di valenza turistica e culturale è una imbarazzante forzatura. Ritengo che valorizzare la nascita di Federico II a Jesi resti un importante volano per la promozione del nostro territorio, anche in considerazione del museo recentemente aperto. Definire questa scelta, come fa lei, un rigurgito di provincialismo culturale, non mi pare corretto né tanto meno rispettoso di alcuni suoi autorevoli colleghi professori che, viceversa, su questo tema hanno compiuto interessanti studi. Tralascio volutamente la questione del “podestà fascista”, perché penso che nel fervore del suo scrivere abbia perso di vista la serenità di giudizio, quasi azzardando un parallelismo di gravità inaudita».
«Le posso invece assicurare- chiude l’attuale primo cittadino- che, come giustamente ricorda, quando insediandomi ho preso Pacifico Carotti come esempio cui ispirare la mia azione amministrativa ritenendolo il miglior sindaco che abbia mai avuto la città di Jesi, ebbene, maggiormente oggi, ne resto ancor più fortemente convinto».