JESI – «Una giornata bellissima, a contatto con l’incredibile gioia di ragazzi e ragazze protagonisti di un progetto che funziona. E che trova belle risposte da parte del territorio». Così l’assessora ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri sulla inaugurazione, sabato scorso, della nuova “Casa di Emma” a Jesi. «Un secondo progetto di questo tipo in città, dopo quello già attivo in viale del Lavoro- ricorda l’assessora Quaglieri- anche nel nuovo appartamento di via Puccini, messo a disposizione grazie alla generosa donazione di una signora, appunto Emma, persone con disabilità potranno provare e sperimentare una loro autonomia abitativa. È stato bello ritrovare in via Puccini la stessa gioia che, in occasione dello scorso Natale, avevo potuto vedere nella casa di viale del Lavoro».
Alla “Casa di Emma” quattordici persone con disabilità intellettiva residenti tra Jesi e i venti Comuni della Vallesina, di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, vedranno prendere forma l’esperienza del vivere “fuori casa” per alcuni giorni al mese in un percorso di lento e graduale distacco dal contesto familiare. Il progetto dell’Azienda Servizi alla Persona parte dal presupposto che l’autonomia (anche abitativa) è un prerequisito importante per favorire l’inserimento sociale, lavorativo ed in genere per rispondere ai bisogni dell’età adulta di persone con disabilità intellettiva.
«Possiamo essere soddisfatti di come, in questo territorio, si dia risposta alle tante e più diverse situazioni di fragilità- dice Quaglieri- grazie all’Azienda Servizi alla Persona, con la quale come amministrazione comunale il lavoro è costante e proficuo. Ma grazie anche a realtà come il Rotary, Cat Impianti e Coltorti Tende di Jesi, che hanno ciascuna collaborato alla realizzazione del progetto “Casa di Emma”. Non appena le abbiamo contattate, non c’è stato un attimo di esitazione da parte loro nel mettersi a disposizione degli altri. Segno di un territorio sano e solidale».
Nell’abitazione di via Puccini sei i letti che, a rotazione, ospiteranno ragazzi e ragazze, permettendo loro di sperimentare l’essere autonomi, il riconoscersi grandi e sentirsi tali. Il progetto è elaborato in collaborazione con il distretto dell’Asur e la Cooss Marche, che mediante proprio personale gestisce l’appartamento. «Una idea molto apprezzata e di cui si parla come esempio a livello regionale» evidenzia l’assessora Quaglieri.