Jesi-Fabriano

Centro Studi Libertari, trafugato lo striscione all’ingresso

Gli avventori del Centro Studi non si danno per vinti e annunciano: «Presto ne metteremo uno nuovo»

JESI – Tagliato di netto in più punti lo striscione che campeggiava davanti all’ingresso del Centro Studi Libertari L. Fabbri in via Pastrengo, lo stabile che affaccia sul Corso Matteotti.

«Alcuni giorni fa un’amara sorpresa ha accolto gli aderenti e i frequentatori dei locali del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi – spiegano gli avventori – I cordini che lo tenevano fermo apparivano recisi di netto in più punti. Il testo recitava: “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, sul lavoro, a scuola, in strada, davanti a un porto. Qui 12.000 libri per essere normali antieroi”».

striscione rubato jesi

Una consuetudine, quella di installare striscioni all’ingresso dell’immobile: «Il testo aveva la finalità duplice di far sentire meno solo chi in questi tempi viene facilmente abbandonato e dimenticato, e di sottolineare come le diversità di pensieri e culture, che ad esempio 12mila libri – quelli contenuti nell’archivio del “Fabbri” e nella Biblioteca Circolante – rappresentassero uno strumento di crescita, solidarietà, ed emancipazione».

Gli aderenti però non si danno per vinti: «Presto metteremo un nuovo striscione, magari dedicato a Riace ed a questo modello di accoglienza. Ma in fondo uno striscione è poca cosa, è il messaggio che trasmette chi lo mette, e di chi lo toglie». Tanti i messaggi di solidarietà che sono arrivati al Csl Fabbri.