JESI – «Subito i decreti attuativi relativi al fondo ristoro per i risparmiatori azzerati. E sia fatta chiarezza sul sistema dei controlli: ben venga la Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche ma questa volta si punti alla verità ed alla responsabilità senza secretazioni di documenti». A chiederlo sono le associazioni Azionisti Privati Banca Marche, Dipendiamo Banca Marche e l’Unione Nazionale Consumatori Marche, facendo il punto sul percorso per il rimborso dei risparmiatori azzerati dai crack bancari fra i quali quello dell’ex istituto di credito di Fontedamo.
Per il via libera ai risarcimenti del fondo ristoro previsto dal Governo in Finanziaria (un miliardo in mezzo di euro su tre anni per i casi Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria e le venete Veneto Banca e Popolare di Vicenza), manca la firma sul necessario decreto attuativo. «Abbiamo partecipato- spiegano le associazioni– a vari incontri presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, lavorando insieme ai Sottogretari On. Alessio Villarosa e Massimo Bitonci e arrivando ad un documento confluito nella Legge Finanziaria 2019 che prevede il rimborso degli azionisti in misura del 30% (fino a un massimo di 100 mila euro) e di obbligazionisti subordinati sino al 90% e che ora deve sfociare in un decreto attuativo. Questi sembra essere sul tavolo del Ministro Tria e attende solo di essere firmato, così da poter dar inizio a quel percorso di ristoro, seppur parziale, di oltre 300.000 risparmiatori». Le associazioni chiedono che spingano per la firma i parlamentari marchigiani e eletti sul territorio.
Ma c’è un altro tema che a sta a cuore alla rappresentanza di risparmiatori e dipendenti colpiti dal crack Banca Marche. «La Corte di Giustizia Europea ha ritenuto che non fosse “aiuto di stato” l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) che intendeva aiutare con i fondi delle banche italiane private, la Popolare di Bari a salvare TerCas nel 2014, così sconfessando l’Antitrust della Commissione europea sui salvataggi bancari di “sistema”. Subito dopo tale sentenza abbiamo sentito tante voci illustri italiane rappresentative di soggetti istituzionali individuare nell’organismo europeo presieduto dalla Vestagher il responsabile dei crack bancari che hanno colpito le 4 banche del Centro Italia (Banca Marche, Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti). Noi non ci stiamo a questo gioco! La sentenza non deve essere un alibi per scaricare la responsabilità su soggetti estranei al sistema italiano. Ci sono i processi penali in atto e nessuno deve fornire alibi a chi ha amministrato».