JESI – L’Africa australe con il Botswana, il Cile che si fa quasi più Oceania che Sud America con l’Isola di Pasqua, e poi Colombia e Honduras, Malesia e Romania, la Turchia: sono i Paesi e le tradizioni ospiti, dal 9 al 15 agosto prossimi, della 49esima edizione del Festival Internazionale del Folclore Terranostra di Apiro. «Un appuntamento che ci caratterizza a livello nazionale e che, al di là di difficoltà, impegno e sacrifici, vogliamo continuare a portare avanti in tutti i modi. Anzi, si è già al lavoro per festeggiare in maniera degna, il prossimo anno, l’edizione numero 50» dice il sindaco di Apiro Ubaldo Scuppa nel presentare il festival nella Sala Giunta del Comune di Jesi. Presenti, insieme a Federico Ciattaglia, direttore artistico della manifestazione e presidente della Associazione culturale e folcloristica “Urbanitas”, sindaco e assessore alla cultura di Jesi, Massimo Bacci e Luca Butini. Perché anche quest’anno, oltre che ad Apiro, Terranostra vivrà due serate in piazza della Repubblica a Jesi: sabato 10 agosto, con i gruppi di Botswana e Honduras, domenica 11 con Cile e Turchia.
«Con la particolare posizione dell’Isola di Pasqua, possiamo in pratica dire di avere quest’anno ospiti i cinque continenti– evidenzia Ciattaglia– ci riempie di orgoglio. Il Festival, con i suoi 200 ospiti e le 20 mila presenze in una settimana, stravolge il paese di Apiro con i suoi poco più di 2 mila abitanti. Una manifestazione che porta conoscenza e arricchimento culturale, con formazioni di professionisti a esprimere sul palco le loro tradizioni».
Ad Apiro serata di apertura il 9, con la presentazione ufficiale e il benvenuto ai gruppi ospiti, e Galà del Folclore il 14 (ore 21,30) con lo spettacolo di tutti i partecipanti e del gruppo Urbanitas. Sono le uniche due serate in cui è previsto un ticket di ingresso, libere tutte le altre: ad Apiro di scena Cile e Turchia il 10 agosto, Honduras e Malesia l’11, Botswana e Romania il 12 e poi il 13 la Festa Paesana dalle 19,30 a tarda notte. A Ferragosto il gran finale, la giornata conclusiva con Santa Messa e sfilata in paese. Nel programma anche spazi dedicati a gusti e sapori nostrani e del mondo, mostre, mercatini, momenti di riflessione. Si rinnova il rapporto con Jesi, tappa di “Terranostra in tour”. «Collaborazione che rappresenta una opportunità» dice Bacci, per Butini: «Marchio importante per l’intera regione una manifestazione che è un esempio».
Ecco il dettaglio dei gruppi.
Botswana
Il gruppo Ngwao Letshwao viene dalla Botswana, piccolo paese dell’Africa australe. Il principale gruppo etnico è costituito dal popolo Tswana, una popolazione molto calorosa e ospitale di origine bantu, da cui la nazione prende il nome (Botswana = Terra degli Tswana). In questa terra arida ricca di tradizioni e di riferimenti alla natura, la musica tradizionale che è principalmente vocale, scandisce e accompagna la vita e rappresenta il mezzo per invocare le piogge, fonte di vita e di ricchezza. Musiche ritmate, canti delicati e percussioni fanno da sfondo a danze intense e gioiose, questo il repertorio del gruppo Ngwao Letshwao.
Cile – Isola di Pasqua
Il Maori Tupuna è un gruppo di musica e danza Rapa Nui specializzato nel mantenimento delle radici ancestrali del patrimonio culturale di Rapa Nui, attraverso l’interpretazione della tradizione orale. Sviluppa anche il concetto di evoluzione musicale, di espressioni teatrali e di danza verso il contemporaneo, rafforzando l’interpretazione di essere Rapa Nui, come una proposta unica ed efficace. Nasce dopo la reinvenzione del gruppo Mata to’a, – dopo una traiettoria di oltre 14 anni dei suoi membri di governo -, nel marzo 2010. È diretto da Carlos “Ariki” Lillo Haoa, come Direttore Artistico, Sing-author, interprete di chitarra e First Voice of the Group. Inoltre, Angie Pont è la curatrice, coreografa e responsabile culturale del gruppo.
Colombia
Tamburi energici che trasmettono forza e vitalità, ritmi afro-colombiani e brasiliani mescolati a quelli del Funk, coreografie intense che trasmettono libertà… Un cocktail esplosivo, potente che ci farà vibrare, saltare e ci farà venire voglia di fare festa. AAINJAA è una compagnia artistica colombiana multidisciplinare che, attraverso l’arte, cerca di stimolare la coscienza sociale, la tolleranza in un’ottica di trasformazione sociale.
Honduras
Il gruppo nasce nel 2005 sotto la direzione di Erik Leónidas Martínez Paz e Katty Alejandra Paz Córdova a San Pedro de Sula, Cortes, Honduras. In un cammino di costante miglioramento l’Asociacion Cultural Zorzales de Sula viene ad oggi riconosciuto dalla Direzione Esecutiva di Arte e Cultura dell’Honduras come rappresentante delle tradizioni e folclore onduregno. “Essenza della mia terra honduregna” è lo spettacolo di Zorzales de Sula, dove musiche, danze e costumi mostrano in maniera più fresca e naturale le influenze che la cultura coloniale precolombiana, creola e indigena hanno avuto su questo popolo.
Malesia
Nell’isola del Borneo troviamo la regione di Sabah, uno stato federale della Malesia abitato da oltre 30 gruppi etnici e con più di 80 diversi dialetti che danno vita ad un mix di culture e di folclori eterogeneo, pur conservando ciascuno la propria individualità. Sebbene la nazione si modernizzi e certi rituali e occasioni cerimoniali diventino sempre più rari, è ancora possibile osservare usi e costumi tradizionali nella vita quotidiana. Da questa realtà nasce il gruppo Era Budaya Papar, un’organizzazione diventata famosa nella comunità di Sabah grazie all’impegno con cui i promotori cercano di instillare nelle nuove generazioni l’amore per la cultura e le tradizioni. Grazie alle caratteristiche uniche di questo popolo, il gruppo Era Budaya Papar offre uno spettacolo emozionante che coinvolge e conquista il pubblico.
Romania
Consapevoli dell’importanza di preservare l’identità nazionale e il desiderio di dare continuità alle tradizioni attraverso il folklore musicale-coreografico, nel 1999 fiene fondato il gruppo folcloristico ad oggi conosciuto con il nome “Crăișorul”. Il gruppo viene dalla città di Cluj-Napoca vecchia capitale della Transilvania, regione la cui storia, ricca e movimentata, ha lasciato in eredità un bagaglio culturale davvero notevole. Con un vasto repertorio di danze, musiche e canti, il gruppo Craisorul porta in scena uno spettacolo vivace e coinvolgente.
Turchia
La tradizione folkloristica in Turchia è molto viva e varia; ogni regione e villaggio possiede una propria danza caratteristica con costumi, passi, ritmi e strumenti particolari. Danze che drammatizzano con enfasi la natura, gli animali, la vita quotidiana, la corte, i combattimenti, continuando così ad essere una parte importante della vita. Il gruppo Tuana Art Clup di Ankara viaggia per il mondo per far conoscere e diffondere gli elementi folcloristici profondamente radicati nella cultura turca attraverso esibizioni sempre molto emozionanti e coinvolgenti.
Italia
La tradizione folcloristica marchigiana si fonda sulla società contadina dell’Ottocento, una realtà economicamente molto povera dove rare erano le occasioni di festa. Proprio questa rarità faceva si che esse fossero un momento unico, da vivere e da sfruttare il più intensamente possibile. Ecco allora che, accompagnato da musiche briose, dal ritmo assai veloce a volte frenetico, il contadino marchigiano dava sfogo a tutta la sua voglia di vivere e di divertirsi. Da queste radici ebbe origine, nel 1933, il gruppo folcloristico URBANITAS di Apiro, il quale, grazie all’autenticità e alla spontaneità di quanto rappresentato nel proprio repertorio, è riconosciuto come uno dei migliori d’Italia. Il folclore del gruppo “URBANITAS” rispecchia il carattere delle Marche; una regione prevalentemente contadina ed è proprio per questo che molti canti e balli, basati su musiche e coreografie originali, fanno riferimento ai grandi lavori della campagna, come la trebbiatura e la vendemmia, la fine dei quali rappresentava sempre un’occasione di festa. Tra tutte le danze spicca il “Saltarello” marchigiano, detto anche “Saltarello a terremoto”, ballo dal ritmo travolgente che ripropone verosimilmente una scena di festa durante la quale i ballerini si dichiaravano alla propria amata. Sono in dotazione al gruppo due costumi: uno da lavoro, più semplice, ed uno per la festa o più precisamente per il giorno del matrimonio, dai colori più accesi e ricco di pizzi e nastri. Entrambi risalgono al periodo Napoleonico; con stoffe tessute a mano su telai in legno, pizzi realizzati all’uncinetto ed ai ferri. Molti pezzi sono originali mentre quelli di nuova realizzazione rispettano fedelmente la tradizione.