JESI – Domani 25 marzo una festa per ringraziare monsignor Gerardo Rocconi dopo i suoi quasi 20 da vescovo della Diocesi di Jesi. Sabato prossimo 29 marzo il grande evento per accogliere e dare il benvenuto al successore, monsignor Paolo Ricciardi, che entrerà da nuovo vescovo nella Diocesi alla quale Papa Francesco l’ha designato: l’incontro coi giovani e la preghiera al Santuario delle Grazie, il saluto in piazza Pergolesi col sindaco Lorenzo Fiordelmondo e gli altri primi cittadini del territorio, il corteo di accompagnamento lungo Corso Matteotti fino alla Cattedrale, dove si terrà la Santa Messa di inizio del ministero pastorale che potrà essere seguita su maxischermo sia all’esterno della chiesa, in piazza Federico II, sia nel vicino Teatro Moriconi.
A presentare questa mattina 24 marzo, nelle sale del Museo Diocesano, questo doppio epocale passaggio per i fedeli di Jesi e della Vallesina, è stato proprio monsignor Rocconi, affiancato dal cancelliere vescovile don Cristiano Marasca, dal referente della pastorale giovanile don Federico Rango, dal parroco del Duomo e direttore dell’ufficio liturgico don Claudio Procicchiani. Tanti i temi trattati, a cavallo del passaggio di consegne tra Rocconi e Ricciardi, dai numeri della Diocesi alle storie personali dei due uomini di chiesa che stanno per avvicendarsi.
Diocesi di Jesi e nuovo vescovo, i numeri
Settantacinquemila e settecento abitanti, 65.500 dei quali (l’86,5%) battezzati. «Quella di Jesi è una Diocesi tra le più piccole d’Italia per popolazione e estensione, coi suoi 315 chilometri quadrati – ha spiegato don Marasca – sono 40 le parrocchie, 48 i sacerdoti dei quali 41 secolari e 7 regolari. Dodici i diaconi permanenti, 4 i religiosi non sacerdoti, 18 le religiose. La sua storia comincia come noto col vescovo Settimio, martire nel 307 dopo Cristo, scarne le notizie nel primo millennio, salva la citazione di un vescovo Onesto, relativa al 680 d.C.. Dal secondo millennio le notizie si fanno più abbondanti, un vescovo di Jesi è anche diventato Papa: Camillo Borghese, vescovo tra il 1597 e il 1599, poi Papa Paolo V. Questo è stato anche il primo vescovo di Jesi dalle origini romane: Tiberio Cenci, tra il 1621 e il 1653, e Alderano Cybo-Malaspina tra il 1656 e il 1671, gli altri due. Il vescovo Ricciardi, dopo oltre 350 anni, è il quarto».
Diocesi di Jesi, il saluto del vescovo Rocconi
Sarà «non una festa di saluto ma di rendimento di grazie», come spiega don Rango, quella di domani per monsignor Rocconi. «Al raggiungimento dei 75 anni la Chiesa, con una scelta che ritengo sapiente, consiglia caldamente ai vescovi di rimettere il mandato. È quanto ho fatto lo scorso ottobre – spiega Rocconi – fino all’annuncio del nuovo vescovo arrivato a gennaio. Nessun uomo è per tutte le stagioni, io stesso mi rendo conto di quanto il mondo sia cambiato nei miei vent’anni da vescovo a Jesi.
Sto bene, mi sono già trasferito a Macine dove aiuto i quattro preti presenti su un territorio che contempla ben 14 parrocchie. Da Senigallia, dalla cui Diocesi provengo, avevo ricevuto l’invito a ritirarmi lì, in particolare al Santuario della Madonna della Rosa di Ostra, dove ero stato anni fa. Ma questa è ormai la mia Diocesi e proprio la stessa Madonna di quel Santuario ho ritrovato nella chiesa di Macine. Con Ricciardi mi sono sentito costantemente in questi giorni e ne ho apprezzato l’attenzione paterna».
Domani, giorno dell’Annunciazione, monsignor Rocconi sarà ringraziato con il saluto con le istituzioni in Comune il mattino (9,30), l’Angelus in Cattedrale e il suono delle campane a mezzogiorno, la messa e la preghiera dei Vespri alle 19 in Cattedrale.
Diocesi di Jesi, il benvenuto al vescovo Ricciardi

Il primo passo del nuovo vescovo nella sua Diocesi avverrà sabato 29 marzo prossimo a Rosora. «Simbolico ingresso dal confine della diocesi – spiega don Rango – e occasione di salutarne quello che è il prete decano, don Giuliano Gigli coi suoi 95 anni».
A Jesi, monsignor Ricciardi arriverà al santuario della Madonna delle Grazie alle 16 per un momento di preghiera e un incontro coi giovani; a seguire sarà accolto in piazza Pergolesi dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo alla presenza dei primi cittadini della diocesi e delle autorità. Alle 16,45 il corteo a piedi lungo Corso Matteotti fino all’ingresso in Cattedrale, dove alle 17,30 si svolgerà la santa messa, introdotta da monsignor Rocconi e presieduta dal vescovo Ricciardi.
«Prevista la presenza di tre Cardinali e dei venti vescovi della Conferenza Episcopale marchigiana» dice don Rango. E ci sarà anche la mamma del vescovo Ricciardi, 92 enne. Spiega don Procicchiani, che fu il primo sacerdote a essere ordinato nella Diocesi dal vescovo Rocconi: «Sarà l’immissione canonica nel ministero pastorale di vescovo, non una presa di possesso. Il popolo accompagnerà il vescovo verso la cattedrale, dove sarà data lettura della lettera apostolica della sua nomina
Diocesi di Jesi, lo stemma del vescovo Ricciardi

Il nuovo vescovo porterà un nuovo stemma sul fronte della sede della diocesi. È proprio don Procicchiani a spiegarlo: «I colori oro e rosso sono quelli della chiesa romana, al centro la spada a doppio taglio del martirio dell’apostolo Paolo, di cui il vescovo porta il nome, secondo la tradizione decapitato come avvenne a San Settimio, patrono di Jesi. Il giglio indica nella Bibbia il rinnovato rapporto d’amore tra Dio e il suo popolo ed è anche il principale emblema della Vergine: riferimento alla particolare devozione familiare verso l’Immacolata.
Allude anche a Santa Caterina da Siena, parrocchia romana dove don Ricciardi è nato e cresciuto. Il cedro, emblema del Libano, allude alle radici familiari del vescovo. Il nonno emigrò ai primi del ‘900 in Turchia, dove aprì un pastificio e sposò una donna del Libano. Negli anni ’40 il padre tornò poi in Sicilia e di lì a Roma. Col cedro è anche realizzata la statua della Madonna di Loreto cui è intitolato il Centro Giovanile dell’ultima parrocchia, San Caro da Sezze, di cui il vescovo è stato parroco. Il motto, “Ecce sponsus venit”, è riferito alla parabola evangelica delle Vergini (Mt, 25,6)».