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Dismessa a Fabriano, la carta per fotocopie ritorna in produzione in Germania. È polemica

L'ira dei sindacati e del sindaco Ghergo che invoca l'intervento del Mimit per stoppare l’accordo. Il Gruppo Fedrigoni specifica di essere andato incontro alle esigenze di alcuni clienti importanti

La sede di Verona del Gruppo Fedrigoni

FABRIANO – Carta Fabriano per fotocopie torna in produzione attraverso un accordo di licenza. L’ira dei sindacati e del sindaco di Fabriano che invoca l’intervento del Mimit per stoppare l’accordo.

Dal Gruppo Fedrigoni si specifica di essere andati incontro alle esigenze di alcuni clienti importanti, ma che di un ritorno in produzione diretto non se ne parla «perché è un settore non remunerativo».

A fine 2024 si era chiusa ufficialmente un’epoca per la produzione cartaria a Fabriano con la decisione del Gruppo Fedrigoni di dismettere la produzione della carta per ufficio con la cessazione di attività della Giano srl, circa 194 lavoratori che hanno rischiato di perdere il proprio posto di lavoro. In base all’accordo sottoscritto con i sindacati, sono stati quasi tutti ricollocati in altri stabilimenti del gruppo e, a oggi, rimangono 30 in cassa integrazione.

La macchina F3 è stata spenta l’11 dicembre 2024 e il 17 dicembre l’ultima risma di carta Fabriano Copy 2 è stata prodotta, tagliata e confezionata nello stabilimento di Rocchetta a Fabriano.
Dopo tre mesi, a sorpresa, l’iconico marchio Fabriano torna in vita. E questo grazie all’accordo di licenza, valido per 5 anni e sottoscritto nei primi giorni di febbraio scorso, tra il Gruppo Fedrigoni e il gruppo Jacob Jurgensen che ha ottenuto la licenza per le carte da fotocopie Copy 1 e 2 con lo storico marchio Fabriano. La distribuzione sarà curata dal gruppo Paper Fast.

«Ma sul packaging deve essere specificato che questa linea di prodotti è distribuita dal Gruppo tedesco Jacob Jürgensen attraverso la controllata Paper Fast», evidenziano da Fedrigoni, specificando che gli accordi prevedono una produzione per il 2025 di circa 30mila tonnellate, per poi salire a 40mila nel 2026 e valutare eventuali incrementi negli anni successivi.

Ribadendo che per Fedrigoni si tratta di un settore «non remunerativo», si è arrivati a questo accordo «perché sollecitati da nostri importanti clienti che volevano garantire una continuità di utilizzo dei loro prodotti, per i quali utilizzavano carta Fabriano e ci hanno chiesto di rivalutare la nostra decisione, presentandoci il gruppo tedesco».

In poche settimane si è siglato l’accordo di licenza «che ha un ovvio ritorno di immagine per Jacob Jürgensen». Mentre per Fedrigoni, «non è certo una decisione presa per profitto, visto che il corrispettivo è nell’ordine delle poche decine di migliaia di euro, ma per andare incontro alle richieste dei clienti e mantenere comunque una presenza sul mercato», concludono dal Gruppo Fedrigoni.

Le reazioni del sindaco e dei sindacati

Immediate le prese di posizione a Fabriano, a partire dal sindaco Daniela Ghergo. «Concedere la licenza d’uso del marchio Fabriano a un distributore internazionale consentendogli di chiamare la carta che vende ‘Fabriano – Copy 1 e 2’, quando essa non è più prodotta nella città che le dà il nome ha il sapore della mistificazione, oltreché della beffa».

Ghergo si rivolge al Ministero delle Imprese e del Made in Italy «per fermare questa operazione, perché non crediamo che queste fossero le condizioni discusse nei numerosi incontri che ci sono stati tra il Mimit, la proprietà e il management di Fedrigoni durante la gestione della vertenza Giano 1264. In questa vicenda ognuno si assuma le proprie responsabilità», assicurando che non si lascerà «nulla d’intentato nella difesa della territorialità del marchio e del nome di Fabriano».

Dai sindacati, duro il commento del segretario regionale di Ugl, Paolo Pierantoni. «Purtroppo si sta materializzando una paura che avevamo spesso evidenziato: un’azienda che smette di produrre carta a Fabriano e inizia a far produrre carta con il marchio Fabriano altrove. Questo per noi è inaccettabile».

Secondo Pierantoni, l’affermazione che la carta da ufficio non fosse strategica e non in grado di generare margini è priva di fondamento, poiché dopo la sospensione della produzione a Fabriano, l’interesse per questa attività è cresciuto notevolmente. «Non è eticamente corretto produrre carta con il nome Fabriano in un’altra località dopo aver interrotto la produzione nella città della carta. Chiediamo al sindaco di Fabriano di prendere iniziative a tutela della nostra città, la cui storia di oltre 760 anni merita rispetto e considerazione».