Jesi-Fabriano

Giorno della Memoria, a Jesi la pietra d’inciampo per Giulio Ottolenghi

La cerimonia in via del Prato, vicino al luogo dove sorgeva la casa in cui visse l'uomo, ucciso ad Auschwitz nel 1944. Le parole e il messaggio di studenti e studentesse del Galileo Galilei

La pietra d'inciampo che ricorda Giulio Ottolengi a Jesi

JESI – «Caro Giulio, vogliamo diventare noi le tue “pietre d’inciampo”». Nelle parole e nel messaggio di studenti e studentesse dell’Istituto di Istruzione Superiore Galileo Galilei, il senso della cerimonia con cui nella mattina di oggi, lunedì 27 gennaio, Giorno della Memoria, in via del Prato è stata posta la prima pietra d’inciampo a Jesi. Una pietra che ricorda Giulio Ottolenghi, nato a Jesi nel 1893 e vissuto a poca distanza dal luogo in cui la pietra è stata posizionata (la casa non esiste più), ucciso nel campo di sterminio di Auschwitz il 23 dicembre 1944.

La posa della pietra d’inciampo che ricorda Giulio Ottolengi a Jesi

C’era tanta gente in via del Prato a presenziare all’evento, aperto dall’introduzione del presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, e dall’intervento di Manuela Russi, della Comunità ebraica di Ancona. «Non ci sono più familiari di Giulio Ottolenghi, non c’è più la casa che era più o meno dove passa la strada attuale – ha spiegato Marco Labbate, ricercatore di storia contemporanea presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino – questa pietra è la commemorazione di frammenti di una vita di cui poco ci resta. Una memoria che per non scomparire deve farsi collettiva e riguardare tutti».

Ottolenghi visse a Jesi fino alla Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipò da soldato. Trasferitosi a Milano, dove lavorava come impiegato, venne qui colpito, in quanto di origine ebraiche, dall’introduzione delle leggi razziali da parte del regime fascista nel 1938, che come primo effetto ebbero quello di fargli perdere il posto di lavoro. «Di lui – ha ricordato Labbate- restano le lettere in cui richiamava alle autorità la sua iscrizione al partito fascista nel 1933, la sua partecipazione e i fratelli caduti nella Grande Guerra per dimostrare di essere un “buon fascista” e ottenere una diminuzione della persecuzione nei suoi confronti. Non fu ritenuto abbastanza. In seguito conosciamo poco se non le date dell’arresto nel dicembre del 1943 e della morte un anno dopo. Dietro questa pietra c’è una storia di prevaricazioni ventennale».

La cerimonia per la posa della pietra d’inciampo che ricorda Giulio Ottolengi a Jesi

Gli eventi in occasione della Giornata della Memoria proseguiranno domenica 2 febbraio alle 17,30 al Teatro Pergolesi con lo spettacolo dal titolo “Musica per la vita” scritto e prodotto dalla Corale Santa Lucia (ingresso libero). Fra momenti musicali, con canti della tradizione ebraica e musiche di film ispirati alla Shoah, e momenti recitativi prenderanno vita sulla scena personaggi storici come Liliana Segre, tra gli ultimi testimoni sopravvissuti alla distruzione degli ebrei d’Europa, alla quale, tramite un suo delegato, sarà conferita, al termine della pièce, la cittadinanza onoraria.