JESI – Due le risposte al bando comunale per assumere la gestione del Museo Federico II Stupor Mundi. Le due start up che si sono fatte avanti verranno ora valutate da una commissione di professionisti. L’obiettivo è dare il via alla seconda vita del museo, ora di proprietà del Comune, da maggio prossimo ma intanto ci si è mossi per individuare chi possa occuparsi del servizio di accoglienza da aprile a luglio prossimi.
Il bando promosso mirava a «selezionare una proposta progettuale per l’avvio di una start up che abbia tra i suoi obiettivi principali la gestione, lo sviluppo, la riqualificazione e l’animazione del “Museo Federico II Stupor Mundi”, anche attraverso iniziative innovative, sia culturali che tecnologiche, che perseguano obiettivi di valorizzazione e sviluppo occupazionale». Alla start up prescelta il Comune garantirà otto anni di gestione ma per i soli primi tre anni un contributo annuale di 150 mila euro.
Requisiti irrinunciabili richiesti un’età al di sotto dei 35 anni e la residenza nelle Marche per il proponente o almeno i due terzi della squadra presentatrice del progetto. Doveva essere dichiarato «l’impegno a garantire, qualora la propria proposta dovesse risultare vincitrice, l’insediamento e la permanenza della startup nel territorio del Comune di Jesi, assicurando il presidio degli spazi messi a disposizione dall’Amministrazione per le attività oggetto dell’avviso».
Fra i criteri premiati nel definire la graduatoria il carattere innovativo dell’iniziativa proposta, la sostenibilità economica e finanziaria del progetto imprenditoriale (autofinanziamento e capacità di intercettare risorse aggiuntive), le prospettive di mercato del Museo Federico II connesse all’ottimizzazione del suo posizionamento, al miglioramento della sua capacità attrattiva e al potenziale impulso ai flussi turistici. Valorizzate inoltre la capacità del progetto di generare occupazione e sviluppo, le proposte di innovazione tecnologica rispetto alla situazione attuale, la capacità di sviluppare sinergie con la rete museale comunale e di instaurare rapporti di collaborazione con la Fondazione Federico II Hohenstaufen, il Museo diocesano, l’Istituto Marchigiano di Enogastronomia.