JESI – Contributi per quindici dall’ultimo bando del Comune di Jesi legato alla cosiddetta “no tax zone”, pensato per premiare le nuove aperture di esercizi commerciali o artigianali, in particolare in centro e nei borghi storici. Definita la graduatoria sulla base delle venti domande pervenute alla scadenza dello scorso febbraio, in due resteranno fuori dalla erogazione del beneficio che, con 500 euro l’anno per un triennio, compensa sostanzialmente le imposte comunali che una nuova attività deve versare nei suoi primi tre anni fra tassa rifiuti, imposta pubblicità, Tosap Tasi e Imu se dovute.
In tre invece erano già stati esclusi dalla formulazione stessa della graduatoria dopo la verifica dei requisiti richiesi, di eventuali posizioni debitorie delle ditte nei confronti del Comune di Jesi e della regolarità delle dichiarazioni DURC.
Saranno dunque quindici le attività che, avviate nel 2018, beneficeranno del contributo, calcolato per il primo anno in proporzione ai mesi di apertura e poi pieno – appunto 500 euro – peri il 2019 e il 2020. La “no tax zone” è stata avviata dal Comune di Jesi nel 2014. Da allora sono state una sessantina le realtà che hanno avuto accesso alla misura.
Il primo bando prevedeva anche un “bonus” occupazione, in favore delle assunzioni di personale a tempo indeterminato. Non pervenne alcuna richiesta e dall’anno successivo venne eliminato, dirottando tutte le risorse, circa 20 mila euro annui, sulla “no tax zone”. I contributi sono riservati alle nuove attività costituite da ditte individuali, alle società di persone, alle srl anche unipersonali.
Relativamente alle imprese artigiane, l’avviso è riservato alle attività di produzione di propri beni, compreso l’artigianato artistico e l’artigianato nel settore alimentare (pizzeria, rosticceria, pasta fresca, ecc.). In graduatoria il punteggio maggiore (60 punti) è attribuito alle attività ubicate in centro o nei borghi storici così come individuati dal piano regolatore, nel rispetto dell’obiettivo di favorire le nuove attività di vicinato nei quartieri più datati. Vengono tenute in considerazione con punteggi significativi (15 punti) le attività presentate da donne o giovani fino a 35 anni, ma anche (12 punti) quelle di soggetti disoccupati da almeno 12 mesi.