Jesi-Fabriano

Jesi, in tredici trovano lavoro grazie ai tirocini di inclusione

Il progetto organizzato dall'Azienda Servizi alla Persona traccia il bilancio di un percorso che, in poco più di un anno, ha visto attivare 76 esperienze, la maggior parte delle quali ancora in essere

Da sinistra Fabio Agabiti Rosei e Mirko Panzarea, presidente e componente del direttivo del comitato Confindustria Jesi e Vallesina, l'assessora ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri, il direttore Asp Franco Pesaresi in occasione della presentazione dei tirocini di inclusione sociale

JESI – Sono 13 le persone che hanno trovato uno sbocco lavorativo grazie ai progetti di inclusione sociale organizzati dall’Azienda Servizi alla Persona. Un risultato senz’altro positivo per un percorso che, in poco più di un anno, ha visto attivare 76 tirocini, la maggior parte dei quali ancora in essere.

Dei 13 tirocinanti che hanno oggi un impiego, 11 sono rimasti nell’azienda ospitante, mentre altri 2 hanno trovato una collocazione presso altre aziende, ciò a riprova della funzione terapeutica del lavoro che riattiva le persone, che infonde fiducia in loro stessi e nelle loro capacità. «Trattandosi di soggetti fragili – sottolinea il direttore dell’Asp, Franco Pesaresi – questi numeri, che si ritiene siano destinati a salire, rappresentano un enorme successo per l’Azienda e tracciano un percorso di vera inclusione attiva destinato alle persone e ai nuclei familiari in carico al servizio sociale dell’Asp Ambito 9».

Il tirocinio di inclusione sociale si caratterizza per essere un percorso di orientamento, formazione, inserimento o reinserimento finalizzato all’autonomia e alla riabilitazione delle persone prese in carico dai servizi sociali o sanitari competenti. Tale tirocinio rappresenta dunque una attività che è parte di un più ampio progetto intorno alla persona o nucleo familiare.

«L’Azienda Servizi alla Persona Ambito 9 di Jesi – ricorda Pesaresi – si è dotato della figura dell’operatore per la mediazione che si occupa di verificare la disponibilità delle aziende a divenire soggetti ospitanti, di verificare le competenze sul campo del tirocinante, di collaborare alla progettazione con i servizi coinvolti e con la persona e di monitorare l’andamento del progetto di tirocinio di inclusione. Compito dell’operatore per la mediazione è altresì quello di intercettare eventuali anomalie nello svolgimento del tirocinio, con particolare attenzione all’utilizzo improprio della figura del tirocinante nell’azienda ospitante, in relazione ad orari, mansioni, responsabilità, anche al fine di evitare che il tirocinio diventi elusione del rapporto di lavoro».