JESI – «Stiamo chiarendo tutto. Sono sicuro che la questione si risolverà senza problemi». A dirlo è Marco Polita, presidente della Jesina Calcio dal 2007 a maggio 2018.
Il riferimento è alla vicenda “Cartellino giallo”, operazione della Guardia di Finanza che ha visto la società leoncella finire all’attenzione delle Fiamme Gialle con accuse relative a irregolarità fiscali che avrebbero riguardato gli anni fra il 2013 e il 2017 (estranea l’attuale gestione). «A nostro giudizio nessun illecito fiscale» afferma Polita.
Secondo le accuse, nelle scritture contabili sarebbero stati riportati compensi a giocatori, tecnici e collaboratori della società che in realtà però non sarebbero effettivamente stati corrisposti, almeno non per l’importo risultante dai bilanci. Sulla differenza fra quanto risultante nei conti e quanto realmente pagato, si concentra l’indagine. Secondo Polita il nodo della questione è relativo ai rimborsi spese chilometrici corrisposti in quegli anni a tesserati e collaboratori. «Sono le norme stesse a non assoggettarli a tassazione» dice l’ex presidente.
Spiega Polita: «A molti calciatori e tecnici sono stati rilasciati CUD per complessivi 7.500 euro annui, soglia che rientra nei limiti dell’esenzione pro capite. Ma agli stessi, quando provenienti da fuori del Comune di Jesi, sono anche stati corrisposti importi per rimborsi spese chilometriche di ulteriori 10 mila, 12 mila euro annui. E a nostro parere, anche questi ultimi non andavano assoggettati a tassazione, in base all’articolo 69, secondo comma, del Dpr 22 dicembre 1986 numero 917, confermato dall’articolo 25 della Legge 133 del 1999. Ed è questo il motivo per il quale mi sento di dire che non ci sono state irregolarità fiscali e che tutto verrà chiarito. E che sono certo a tal punto di un esito positivo di tutta questa vicenda che, nel dare e avere fra passata e attuale gestione della Jesina, sono pronto a farmi carico di quanto i dirigenti attuali dovessero trovarsi a sostenere». Conclude Polita: «Credo, che alla fine di tutto, qualcuno con ogni probabilità dovrà chiederci scusa».