JESI – Saranno discussi preliminarmente il prossimo 17 marzo, davanti alla Commissione Tributaria di Ancona, i due ricorsi presentati dalla Jesina Calcio e da Marco Polita, ex presidente della società all’epoca delle gestioni in esame, contro gli avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate a seguito dell’indagine della Guardia di Finanza denominata “Cartellino Giallo”. Secondo l’indagine, nelle annate fra il 2014 e il 2017 sarebbero state messe in atto delle irregolarità fiscali attraverso la fittizia corresponsione di compensi sportivi e la contestuale annotazione in contabilità di somme passive indeducibili fino a 2 milioni di euro.
In vista dei ricorsi, da Marco Polita – secondo il quale il nodo starebbe soprattutto nella deducibilità delle somme erogate ai calciatori in quanto rimborsi spese chilometrici e le somme in esame sarebbero di gran lunga inferiori- riceviamo e pubblichiamo quanto di seguito.
«Il 17 marzo prossimi verranno discussi preliminarmente due ricorsi avanti alla Commissione Tributaria di Ancona. Gli atti impugnati sono stati emessi dall’Agenzia delle Entrate»
«Il primo ricorso è stato proposto dalla Jesina Calcio avverso avviso di accertamento relativo agli anni 2014 / 2015 / 2016 / 2017. Per tale controversia il sottoscritto, ex Presidente della Jesina Calcio, è stato invitato dal legale della società, a collaborare per cui sono intervenuto ad adiuvandum allegando documenti e contratti.
- La JESINA CALCIO è tenuta ad allegare la prova documentale della avvenuta corresponsione dei rimborsi spese chilometrici ai calciatori residenti fuori Comune di Jesi che hanno percepito € 7.500,00 annui di rimorsi fissi (esentasse) oltre ai rimborsi spese chilometrici (pure esentasse ex art. 69 II comma DPR 22.12.1986 n. 917). La Jesina Calcio deve dimostrare con moduli rilasciati, ex DPR 917/1986, e con contratti, che ogni anno i calciatori che risiedevano fuori Comune di Jesi ricevevano tali rimborsi chilometrici e quindi che gli stessi rimborsi erano da ritenersi deducibili come costi a livello di IRPEF e IRES. Parliamo di circa € 110.000,00 / 120.000,00 annui (in quegli anni vi erano sempre 7/8 calciatori residenti fuori Comune).
- Giustificare che nel primo semestre 2014 sono stati spesi per pasti e alberghi € 22.000,00 circa più IVA per I° squadra e Juniores per trasferte in Romagna, Abruzzo, Molise e Marche e per i pasti al ristorante in occasione delle le gare casalinghe
- Giustificare una fattura di € 4.000,00 circa più IVA pagata ad una azienda di consulenze aziendali per equilibrare il bilancio»
«Il secondo ricorso è stato da me proposto avverso l’avviso di accertamento per contestazioni relative agli anni 2014 / 2015 / 2016 che riguardano:
- CUD Jesina Calcio recanti € 74.000,00 in eccesso ed altri CUD per circa € 110.000,00 in difetto, come si evince da un atto correttamente predisposto dalla stessa Agenzia delle Entrate: i bilanci della società sportiva riportavano pertanto voci per stipendi e rimborsi spese addirittura inferiori a dimostrazione che non sono stati indicati negli stessi bilanci costi in eccesso
- Aver pagato una fattura di € 5.500,00 a rate e non in una unica soluzione».
«Peraltro- prosegue Polita- per l’avvenuto pagamento in contanti degli stipendi e rimborsi del 2° semestre 2013 è stata comminata una sanzione di € 1.400,00 circa impugnata avanti all’Ufficio Distrettuale di Bologna che a tutt’oggi non ha assunto alcun provvedimento»