Jesi-Fabriano

Nasce il comitato per salvare Moncaro: Ciccioli in prima linea per il futuro del Verdicchio

L'europarlamentare ha definito «un'operazione spregiudicata» la decisione del tribunale sul fallimento della storica cantina marchigiana. Nasce il Comitato per la Rinascita di Moncaro

MONTECAROTTO – Grande partecipazione all’incontro pubblico dal titolo La Moncaro deve ripartire, con la partecipazione dell’europarlamentare Carlo Ciccioli, per discutere del futuro della principale cantina delle Marche, una storica azienda vinicola al centro di un controverso fallimento.

Il dibattito ha acceso le riflessioni di istituzioni, amministratori locali, lavoratori e rappresentanti del territorio, segnando la nascita del Comitato per la Rinascita di Moncaro.

Un fallimento che scuote il territorio

Il fallimento della Moncaro, decretato dal Tribunale di Ancona, è stato definito da Carlo Ciccioli come «un’operazione spregiudicata», accusata di mettere a rischio non solo il futuro delle famiglie dei lavoratori e dei soci, ma anche l’intero ecosistema produttivo e culturale che ruota intorno al Verdicchio, uno dei simboli dell’enologia italiana.

La decisione, presa poche ore dopo la notifica da parte del Ministero della liquidazione giudiziale con proseguimento dell’attività della cooperativa, ha suscitato forti polemiche. Secondo Ciccioli, questa scelta avrebbe potuto garantire il tempo necessario per tutelare tutte le parti coinvolte e definire un iter ordinato per il salvataggio dell’azienda.

«La Corte d’appello deve riparare alla sciagurata decisione del Tribunale Fallimentare in tempi brevissimi – prosegue Ciccioli – altrimenti si perde completamente la prossima vendemmia, oltre all’ultima già in parte compromessa. Ogni giorno è prezioso ed importante, si rischia un danno incommensurabile, tanto più se la fiducia nei confronti dei Commissari liquidatori è venuta meno».

Conclude dichiarando che non è il momento di cercare colpevoli ma di agire per evitare che l’intero comparto vinicolo collassi. Rassicura la platea sul fatto che ha già avviato discussioni con il ministro Urso e stanno valutando il supporto finanziario di Ismea per un piano di rilancio.

I protagonisti dell’incontro

L’incontro è stato moderato da Marco Gambini Rossano, coordinatore del nascente Comitato per la Rinascita di Moncaro, che ha sottolineato l’urgenza di interventi immediati: «Le potature iniziano tra due settimane. È essenziale definire subito gli accordi per le uve del prossimo anno».

Numerosi esponenti politici e rappresentanti del territorio hanno partecipato, tra cui: Giuseppe Paoloni sindaco di Montecarotto, Tiziano Consoli sindaco di Maiolati Spontini, che ha ribadito l’importanza di evitare la liquidazione dell’azienda; Fabio Badiali del Comune di Castelplanio, Simone Cola consigliere di minoranza dello stesso comune che ha sollecitato interventi concreti, Rossano Landi presidente di Moderna Srl, che ha chiesto un impegno collettivo per il rilancio; Sauro Ragni sindaco di Staffolo, Giancarlo Garbini ex sindaco di Maiolati, che ha evidenziato la necessità di fondi per il rinnovo dei vigneti, molti dei quali sono ormai vetusti. E poi Massimo Corinaldesi sindaco di Ostra Vetere, che ha espresso solidarietà e offerto il supporto del proprio territorio, Fabiola Fava consigliera del Comune di Ancona, che ha chiesto un coordinamento provinciale per affrontare la crisi, gli operatori delle cantine Picena e del Conero, preoccupati per l’impatto della vicenda sull’intera filiera vinicola regionale.

Denunce e solidarietà

Particolarmente toccante è stato l’intervento di Simona Giancamilli, ex dipendente Moncaro e capogruppo di maggioranza a Serra de’ Conti, che ha denunciato pratiche definite «malsane e scorrette» all’interno dell’azienda.

«Per anni ho visto soci ottantenni piangere per non essere pagati e obbligati a presentare estratti conto per dimostrare le loro difficoltà economiche. Moncaro deve ripartire per onorare il sogno di Alfio Perini e dei soci fornitori», ha affermato.

Anche Maurizio Mangialardi, consigliere regionale del PD, ha lanciato un appello: «Dobbiamo tutelare i 615 soci e dipendenti. Svendere l’azienda sarebbe un errore imperdonabile e rischierebbe di innescare un effetto domino sull’intero settore».

Le proposte sul tavolo

Tra le proposte emerse: la revoca del fallimento e la nomina di un commissario governativo per il rilancio dell’azienda. Interventi mirati con fondi europei per salvaguardare l’attività produttiva e sostenere il rinnovo dei vigneti.

Accelerare le decisioni del Tribunale, grazie anche all’impegno di sindacati e Legacoop.

Un appello al futuro con la raccolta firme

«Moncaro non deve essere spezzettata e svenduta, ma rilanciata come simbolo di eccellenza e tradizione», ha concluso Ciccioli, invitando tutte le parti coinvolte a unire le forze. L’obiettivo è trasformare questa crisi in un’opportunità, restituendo alla Moncaro il ruolo centrale che ha sempre avuto nella produzione vinicola italiana.

L’incontro si è chiuso con la raccolta di firme per la creazione del comitato e di un movimento parallelo di opinione pubblica forte e trasversale, per garantire che il Verdicchio, i lavoratori e il territorio abbiano un futuro all’altezza della loro storia e tradizione.