JESI – Un distinto signore di ottant’anni, portati bene in alcune parti, con qualche acciacco in altri, da recuperare. È il vecchio Ospedale “Murri” di Jesi, costruito nel 1938 dall’Inps come “sanatorio” per i malati di tubercolosi e oggi struttura, a due passi, dal moderno Carlo Urbani, che le speranze di molti vorrebbero inserita in una “Cittadella della Salute” a servizio di tutta la Vallesina e non solo.
Per parlare di “Passato, presente, futuro dell’Ospedale Murri di Jesi” in occasione del suo ottantesimo compleanno, l’Area Vasta 2 ha convocato un incontro nelle sale stesse del nosocomio oggi in buona parte occupato da uffici e attività amministrative. Ma ci sarebbe anche un terzo piano da recuperare, magari per accogliere pazienti nella fase della post-acuzie. «È al futuro dei prossimi ottanta anni che si deve guardare», dice il direttore dell’Area Vasta 2, Maurizio Bevilacqua. Le idee le ha chiare, da tempo, il dottor Marco Candela, direttore del Dipartimento di medicina dell’Area Vasta 2: «Sono imprescindibili una riflessione volta al futuro e un recupero strutturale. Nell’ottica di una filiera assistenziale completa questo luogo, unico e bellissimo, può essere una eccellenza nel trattamento di cronicità, fragilità e non autonomie nella post acuzie».
Il dottor Candela però dice anche: «Da tempo attendo una risposta dal Comune di Jesi ad un dettagliato progetto, che gli ho inviato, di Statuto per una Fondazione che dovrebbe agire a tutela delle strutture nosocomiali jesine, nell’ottica di una loro salvaguardia e della realizzazione in questa area di una cittadella della salute».
Come se la passa oggi il Murri? Per la direttrice medica di presidio ospedaliero, dottoressa Virginia Fedele: «È una struttura ben costruita, con criteri logici soddisfacenti, ben mantenuta. Sono innamorata di come ha resistito al tempo. Ma, compreso tutto il parco, gli vanno restituiti decoro e eleganza». Su parte del parco è di recente intervenuto per la sistemazione il Lions.
E la Cittadella della Salute? Dice il consigliere regionale Enzo Giancarli: «Di due cose non si può fare a meno: nel piano socio sanitario della Regione Marche l’unità operativa di Broncopneumologia deve essere prevista a Jesi e va effettuata la demolizione del vecchio Ospedale Civile di viale della Vittoria. Compreso l’ex laboratorio analisi, dato che non ci sono fondi per recuperarlo».