JESI – Potrebbero essere fra i 500 e i 600, a Jesi e nei venti Comuni dell’Ambito dell’Azienda Servizi alla Persona, i fruitori del nuovo Reddito di cittadinanza. Una stima diffusa dalla stessa Asp, alla quale sarà demandata l’attività relativa, nel momento in cui vengono resi noti i preoccupanti numeri del fenomeno povertà in città: «oltre 1.300– chiarisce piazza Indipendenza- i cittadini aggrappati al sostegno del Comune, tramite l’Azienda Servizi alla Persona, per far fronte a disagio economico se non addirittura a povertà. Un dato in crescita». Commenta il sindaco Massimo Bacci: «Questi dati sono la conferma di una situazione che nel tempo sta peggiorando, nel senso che i numeri certificano uno stato di disagio sempre più evidente. Il fatto di affrontare queste problematiche in stretta collaborazione con i Comuni dell’Ambito si è dimostrata una scelta assolutamente adeguata per dare risposte concrete ai cittadini».
Pari a un milione e 333 mila euro le risorse messe in campo: 380 mila euro sono stati destinati a contributi assistenziali per 392 cittadini in condizioni di indigenza, altri 75 mila euro sono stati impegnati per gestire il centro di pronta accoglienza per senza fissa dimora dove si sono fermati in 326 utenti. Per la socializzazione e l’integrazione di soggetti affetti da disturbi mentali (129) e per il sostegno delle loro famiglie sono stati investiti 91 mila euro. Altri 25 mila euro sono stati destinati al funzionamento del Centro per l’integrazione sociale all’ex Appannaggio, finalizzato a favorire l’integrazione delle persone migranti nel tessuto sociale cittadino: in 241 ne hanno fatto accesso per ricevere un servizio di accoglienza, ascolto, informazione, orientamento e consulenza.
La parte più significativa, pari a 760 mila euro, è stata infine destinata a progetti a valere sul Sostegno all’inclusione attiva e alla successiva misura del Reddito di inclusione, oltre che ad altre iniziative di contrasto alla povertà per complessivi 209 utenti. In tutto sono stati 1.364 nel corso del 2018 i destinatari dei vari benefici offerti.
Fra i servizi che l’Asp intende implementare, è entrato da gennaio a regime l’emporio solidale alla Caritas dove, con una apposita card, le famiglie in difficoltà possono procedere a ritirare beni alimentari primari. Pronto, sempre presso la Caritas e sempre con la presenza dell’Asp, il secondo centro di accoglienza, con possibilità di prolungare la presenza, per almeno altri 6 posti letto. Vi è poi la «straordinaria solidarietà dell’associazionismo. Coordinate da Comune ed Asp, Adra, Amicizia a domicilio, Caritas e San Vincenzo de Paoli hanno creato una rete che si fa carico di ritirare pasti non consumati dalle mense centralizzate e prodotti alimentari a scadenza ravvicinata o non commerciabili da parte di supermercati, aziende agroalimentari e negozi: quasi 150 le famiglie a cui vengono ridistribuiti ogni anno, per 600 utenti complessivi».