JESI – Non è stato ammesso al consiglio comunale di fine ottobre l’ordine del giorno “Difesa delle legge 194/1978 e condanna di quanto accaduto al consiglio comunale di Verona” (leggi l’articolo) presentato dalla consigliera comunale Agnese Santarelli (Jesi in Comune – Laboratorio Sinistra).
«Ho deciso – si legge nella nota inviata alla consigliera dal presidente del Consiglio jesino, Daniele Massaccesi – tenuto conto della formulazione e del testo così come predisposto, che richiama sì l’auspicio per una piena attuazione delle legge 194 ma anche e soprattutto la censura di atti e decisioni legittimamente e democraticamente assunti dal Consiglio Comunale di un’altra città, di non iscriverlo all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale». Una decisione che ha fatto infuriare la consigliera: «Per prima cosa questo ordine del giorno è già stato portato nei consigli comunali di altre città, come Bologna, e poi non si chiede la censura di quanto approvato a Verona, avvenuto ovviamente in maniera democratica, bensì una presa di posizione a riguardo».
Agnese Santarelli, in una conferenza stampa unitamente alle attiviste del Coordinamento Regionale “194 senza obiezione”, spiega: «Si chiedeva di condannare il contenuto del testo approvato a Verona, poiché si schiera contro la 194 e il diritto della donna di autodeterminarsi, e di condannare anche il gesto del saluto romano che il consigliere veronese ha fatto alle attiviste di “Non una di meno” presenti in consiglio». Secondo la consigliera «Massaccesi non consente al consiglio jesino di discutere democraticamente la questione, oppure manca la volontà di contestare il saluto romano, altra questione grave», e chiede «Quindi il consiglio jesino non può discutere le decisioni del Parlamento, perché prese democraticamente?».
«Questo episodio è l’ennesima dimostrazione di una chiusura del consiglio comunale di Jesi – continua – Non si deve disturbare il manovratore e, in questo caso, chi ne fa le veci. Respingere questo Odg non è competenza del presidente Massaccesi, che è entrato nel merito della questione, cosa che invece spetterebbe al consiglio comunale. Nel consiglio jesino pochi decidono, molti obbediscono, ma non ci fermeremo, se non ce lo fanno discutere in consiglio ne parleremo fuori». Sulla stessa linea sono le attiviste del Coordinamento Regionale: «Massaccesi sappia che c’è in questo territorio una discriminazione nei confronti delle donne – ha aggiunto Loredana Galano del Coordinamento – E’ stato commesso un atto grave, nel merito e nel metodo. Soprattutto perché a Jesi l’obiezione di coscienza è al 100% e i dati sono allucinanti in tutta la Regione dove, nel 2016, l’obiezione è arrivata al 70,1%, aumentando progressivamente nel corso degli anni. Noi non ci arrendiamo: siamo tante e tanti, porteremo la questione tra la gente. Va anche detto che la mozione veronese è piena di inesattezze scientifiche e che il Coordinamento sta monitorando insieme alla Regione i dati riguardanti l’interruzione volontaria di gravidanza. La 194 è una legge a difesa della vita e della salute della donna».