JESI – «Cambiale in bianco», «opposizioni calpestate», «Jesi capoluogo dell’immondizia». Sono, in ordine sparso, alcune delle espressioni utilizzate dalle minoranze consiliari dopo la loro uscita dall’aula sabato scorso 3 agosto, nella seduta in cui la maggioranza civica ha approvato l’atto di indirizzo con cui Jesi dà disponibilità a ospitare sul proprio territorio l’impianto biodigestore per il trattamento dei rifiuti organici dell’intera provincia. Scelta «responsabile» secondo la maggioranza e il sindaco Bacci ma, in maniera più o meno forte, molti non ci stanno.
«Siamo stanchi di questa gestione del Consiglio Comunale e di questa maggioranza che continua a calpestare le richieste delle opposizioni, alle quali poi viene chiesta anche una condivisione delle scelte» dice il Pd.
«Era già accaduto in sede di approvazione dello Statuto Comunale e si è ripetuto per il biodigestore, per il quale tutte le opposizioni avevano chiesto un rinvio per approfondire tutti gli aspetti legati all’atto di indirizzo proposto. Così non è stato, ed all’ultimo ci siamo trovati ad esaminare un testo mai visto prima, che si occupa in buona parte soltanto della parte economica. Il paradosso è che quanto votato dalla maggioranza rimane ambiguo sulla localizzazione dell’impianto (Coppetella o da un’altra parte e dove?), che era l’unica domanda a cui il Sindaco doveva rispondere all’ATA. Della dettagliata parte societaria, in cui viene aperta alla possibilità della gestione privata (51% della società) dell’impianto, nessuno aveva mai discusso prima in nessuna commissione o consiglio comunale aperto, anche per valutare i costi per l’Ente in questa nuova società o il ruolo della stessa Jesiservizi».
Aggiunge il Pd: «Se a tutto questo ci mettiamo l’annuncio da parte dell’assessora Napolitano della convocazione di una commissione per valutare gli aspetti sanitari ed ambientali, dopo che si è già presa la decisione sull’impianto, si capisce bene perché le opposizioni siano uscite dall’aula, visto che vengono trattate in questo modo. Il PD rimane favorevole a valutare l’insediamento del biodigestore in una zona diversa dalla Coppetella, magari in area industriale dove non ci siano abitazioni, e per questo aveva chiesto il rinvio a settembre per approfondimenti. Questa Amministrazione Comunale invece ha tirato dritto, non capendo ancora una volta che le decisioni per essere condivise si costruiscono, non si impongono dall’alto».
Ha il dente avvelenato anche Jesi in Comune: «Ci stanno prendendo in giro. Abbiamo deciso di non prestarci alla votazione di un atto di indirizzo preso in un consiglio comunale illegittimamente convocato e su questioni mai dibattute ed affrontate prima, né con i consiglieri e le consigliere di minoranza, né con la città. Una vera e propria presa in giro, grave, ed avallata da tutta la maggioranza indistintamente, assessori e assessore compresi. Per non piegare il regolamento all’incapacità politica della maggioranza Bacci sarebbe stato sufficiente fare un consiglio comunale lunedì 5 agosto. Perché non è stato fatto, quale urgenza poteva mai esserci? Forse le ferie dei consiglieri e delle consigliere di maggioranza e probabilmente nemmeno il vincolo di mandato arrivava a tanto!».
Prosegue Jesi in Comune: «Ed allora ci troviamo ad approvare nel primo sabato di agosto un atto di indirizzo che mette sul piatto questioni tecniche complesse ed altre possibili localizzazioni dell’impianto rispetto a quella di cui abbiamo discusso fino ad ora, ma sempre nel comune di Jesi, senza specificazioni di alcun tipo, almeno per noi comuni mortali delle minoranze. Ma allora chi deciderà poi? L’uomo solo al comando che ci chiedeva sostanzialmente di sottoscrivere una cambiale in bianco? Questo se lo potrà permettere con i suoi, ma non certo con noi. E poi avremmo dovuto condividere un atto che prevede, senza mai averne discusso prima, che un servizio essenziale per la comunità venga dato in mano ai privati, quando uno dei motivi per cui si stava ragionando intorno alla realizzazione di un biodigestore unico nella provincia di Ancona era legato anche alla necessità di tutelarci proprio da eventuali privati, spinti solo dagli incentivi economici? Ma davvero ci si chiedeva di votare un atto del genere? Ed ancora, l’altro tema cruciale di questa vicenda: il dimensionamento dell’impianto. Abbiamo provato a dire che si deve necessariamente tener conto degli impianti già esistenti ed in divenire, se quello che ci interessa davvero è il virtuoso smaltimento dei rifiuti. Ma quanti biodigestori “unici” vogliamo fare nella nostra provincia? Altrimenti, se avalliamo, come è stato fatto da questa maggioranza, la possibilità di smaltire nella provincia di Ancona anche i rifiuti di fuori provincia, probabilmente ciò che interessa sono solo soldi, soldi… E quindi uscire dall’aula al momento di votare a “scatola chiusa” è stato un gesto di protesta e responsabilità».
Promettono battaglia i Cinque Stelle: «Nuova cambiale in bianco che potrebbe far divenire la nostra città il “capoluogo dell’immondizia” dell’intera provincia. E l’opportunità per il privato che entrerà proprietario dell’impianto al 51% di far business sul nostro già martoriato territorio. Non hanno tenuto conto di nulla di tutto quello che è stato detto queste settimane senza riuscire mai a contro argomentare, nel merito, i vari punti di criticità sollevati. Arroganza e prepotenza politica pura nei confronti del Consiglio Comunale, nei confronti della città e addirittura nei confronti degli altri Comuni della provincia che si sono permessi di contestare la pretesa di Bacci di obbligarli a conferire sul suo “impianto privato”. Nel corso della nostra esperienza abbiamo visto che, su questi argomenti, chi si è posto così nei confronti dei territori non ha fatto poi molta strada».
Dicono i Cinque Stelle: «Come MoVimento, oltre che continuare a sostenere quei Cittadini e Comitati che senza se e senza ma intendono contrastare certi pessimi progetti sui territori, da subito ci muoveremo su due piani: come M5S Jesi inoltreremo immediatamente alle autorità competenti i rilievi sulla piena correttezza del passaggio e dell’intera operazione che ci sono stati ufficialmente recapitati in consiglio comunale. In Regione attiveremo invece le funzioni di vigilanza e controllo nei confronti dell’ATA anche al fine di verificare la piena correttezza di alcuni passaggi in essa avvenuti e della ragion d’essere nonché piena legittimità della Assemblea d’Ambito. Riteniamo assurdo che un Sindaco ed un Comune costruiscano sul proprio territorio un biodigestore fortemente sovradimensionato rispetto alle reali necessità del territorio stesso dove è collocato, ne diano la gestione in pasto a privati e pretendano poi che agli altri Comuni di tutta la provincia venga imposto di conferire obbligatoriamente e supinamente in quell’impianto. Ci auguriamo che la città di Jesi ma anche i sindaci degli altri comuni battano un colpo perché la prepotenza politica degli amministratori jesini ha davvero superato il limite».