JESI – «Mille e ventisette firmatari in soli due mesi. Purtroppo con loro devo anche condividere la delusione di non essere riuscita in quello che ai 1027 interessati era sembrato tanto ovvio: “Il Centro Ambiente” andrebbe posizionato altrove». Così l’architetta Augusta Vecchi, prima firmataria della petizione presentata dai “Cittadini per il quartiere San Giuseppe” contro la permanenza al Campo Boario del Centro Ambiente, in una lettera aperta alla città, dopo la bocciatura in Consiglio, da parte della maggioranza, della raccolta firme che lei stessa era stata chiamata ad illustrare.
L’architetta Vecchi scrive «alla fine di un percorso che mi ha visto protagonista, perché prima firmataria della petizione per il Quartiere San Giuseppe, di una audizione convocata dalla apposita Commissione Consigliare presso il Centro Sociale “L’incontro” e poi partecipare ad una seduta del Consiglio Comunale per esporre le motivazioni di questa raccolta firme, ma prima di tutto mi ha visto interloquire con moltissime persone, i firmatari sono stati mille e ventisette in soli due mesi». A queste persone, «miei concittadini, fra i quali: donne ed uomini; giovani o meno giovani; insegnanti; dipendenti di aziende o della Pubblica Amministrazione; artigiani; imprenditori e, aggiungo, molti professionisti del “settore”; devo un grazie per essere stati disposti ad ascoltarmi».
Conferma l’architetta: «Il Centro Ambiente andrebbe posizionato altrove, in uno dei tanti siti possibili in una città che ha la più importante area industriale della provincia di Ancona. La petizione ha quindi raccolto un “desiderio”, ai più sembrato logico e lungimirante, di spostare l’impianto in altro luogo e aggiungere quegli spazi così “cittadini” al verde, allo sport, al sociale di quel quartiere e della nostra città. Nella interlocuzione con l’amministrazione non sono riuscita a cogliere le motivazioni forti per la conferma dell’attuale localizzazione e per l’esclusione di altri siti che pure nel passato erano stati presi in considerazione».
Secondo la prima firmataria della petizione: «Le motivazioni economiche non mi sono sembrate dirimenti di fronte ad un progetto di qualificazione della città che, a mio avviso, necessita di essere traguardato nel lungo periodo sia in termini degli ammortamenti dei costi che in termini di valutazione dei vantaggi destinati più alle generazioni che verranno che solo a quelle presenti. E’ poi vero che i meccanismi della democrazia sono, giustamente, implacabili ed il risultato della votazione ha visto la petizione perdere con solo sette voti favorevoli e ben 13 contrari. La maggioranza appunto!!!». Si conclude così la lettera: «Non avendo nessuna motivazione politica, e nessuna intenzione di dedicare i restanti anni della mia vita a quella attività, ringrazio ancora tutti coloro che hanno condiviso con me questa avventura di passione per la nostra città ed anche chi mi è stato ad ascoltare e, forse, ne avrebbe fatto volentieri a meno».