Jesi-Fabriano

Centro Trasfusionale di Jesi e Avis: «Il 2018 un anno eccezionale»

I due enti snocciolano i dati dell'anno scorso. Sono state 8.138 le donazioni fra sangue intero e plasma, 390 in più del 2017, ben centocinquanta i nuovi donatori, «di questi un 10% di nati nel 2000 e quindi neo diciottenni». L'allarme anti-bufale social

Da sinistra Milena Trucchia (Avis San Marcello), Moreno Verdolini (Avis Moie), Bruno Dottori (Avis Jesi), Floriana Crescimbeni (Avis Cingoli) e la dottoressa Daniela Spadini, dirigente del Centro Trasfusionale di Jesi

JESI – «Il 2018 è stato un anno dai numeri eccezionali». Lo evidenzia la dottoressa Daniela Spadini, dirigente del Centro Trasfusionale di Jesi, con vicini i referenti Avis: il presidente dell’Avis di Jesi e coordinatore per la zona della Vallesina Bruno Dottori, Floriana Crescimbeni dell’Avis di Cingoli, Milena Trucchia presidente dell’Avis di San Marcello e dirigente per la provincia di Ancona del Csv Marche, il presidente dell’Avis di Moie e consigliere regionale dell’associazione Moreno Verdolini. «Avevamo pensato che già il 2017 fosse stato un anno straordinario ma nel 2018 abbiamo fatto meglio: 8.138 le donazioni, 390 in più dell’anno precedente» riassume la dottoressa Spadini.

In particolare, 6.212 le donazioni di sangue intero (erano state 5.996 l’anno prima), 1.926 quelle di plasma (1.752 nel 2017), al centro di una particolare campagna di sensibilizzazione da parte dell’Avis. Sul Centro trasfusionale del Carlo Urbani di Jesi gravita l’intera Vallesina con Cingoli e Apiro, quattro le sedi periferiche a Cingoli, Filottrano, Cupramontana e Montecarotto dove una decina di uscite mensili portano per la raccolta delle donazioni l’equipe, con medico e infermiere, del Centro. C’è un altro dato, che Bruno Dottori sottolinea: «Nel 2018, centocinquanta i nuovi donatori rispetto all’anno precedente. Di questi, un 10% di nati nel 2000 e quindi neo diciottenni lo scorso anno». A livello regionale, lusinghiero il numero delle 1.270 unità di sangue intero “esportate” in altre regioni d’Italia dalle piccole Marche che sono però, in proporzione al numero di abitanti, le prime per produzione di plasma.

«Risultati permessi dal grande lavoro del volontariato sul territorio e dall’eccellente rapporto di collaborazione con direzione e personale del Centro Trasfusionale» indicano i responsabili Avis, che invitano poi a diffidare degli appelli sui social per presunte carenze di sangue, vere e proprie “bufale”, e a far riferimento invece ai canali ufficiali.