Jesi-Fabriano

«Mamma, hai scoperto un altro pianeta?»: il Premio Città di Staffolo all’astrofisica marchigiana Francesca Faedi

La scienziata di Mombaroccio, famosa in tutto il mondo per aver individuato 60 esopianeti, è stata premiata presso il Teatro Comunale Cotini in occasione della 19° edizione del riconoscimento

STAFFOLO – Con una mano sorregge un pianeta e con l’altra tiene quella di suo figlio. È questa l’immagine dell’astrofisica marchigiana di fama internazionale Francesca Faedi, oggi insignita del 19° Premio Città di Staffolo al Teatro Comunale Cotini.

Impegnata nella divulgazione scientifica e nella ricerca, Faedi ha scoperto circa 60 esopianeti, in particolare K2-229B, simile a Mercurio. Un pianeta che, ha spiegato, «si chiama così perché K2 è il satellite, il telescopio spaziale Kepler, ed è il 229esimo pianeta scoperto finora. B perché, nella nomenclatura, la stella porta la maiuscola A, mentre il pianeta la B».

Impegnata in Inghilterra nel Progetto Super Wasp, ha lavorato per l’Osservatorio di Catania e, come ha raccontato agli studenti delle scuole di Staffolo e Cupramontana che l’hanno intervistata, tra i suoi sogni ancora da avverare c’è anche quello di scoprire un pianeta Terra 2.0, capendo la sua caratterizzazione, cioè di quali rocce ed elementi è composto. Lo farà proseguendo il suo progetto chiamato Plato, che prevede l’installazione di 24 telescopi in orbita per “andare a caccia” di pianeti ancora ignoti e inesplorati. (Plato è una missione dell’Esa-Agenzia spaziale europea alla quale Faedi ha partecipato quando lavorava per l’Inaf-Istituito di astrofisica, ndr). Il satellite Plato partirà nel 2026.

Francesca Faedi

L’astrofisica di Mombaroccio (PU) è un cervello in fuga (dopo Tolosa Leicester), ma anche una role-model che si batte per l’inclusione delle donne nella ricerca scientifica. È stata definita “un simbolo della resilienza femminile“. Lei che, finite le scuole medie, subì precocemente la discriminazione di genere, sentendosi dire dalla sua professoressa che non sarebbe stata capace di affrontare un liceo scientifico. «Sono stata un bastian contrario e ho intrapreso questa carriera, anche sostenuta da una famiglia che non mi ha chiuso le porte. Tante volte ho avuto voglia di lasciar perdere, sentendomi un Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma non potrei. Fare ricerca significa avere quella curiosità che ti porta a voler continuare a scoprire».

 

Gli studenti delle scuole di Staffolo e Cupramontana con l’astrofisica Francesca Faedi al Premio Città di Staffolo

Il suo motto è “La scienza è per tutti ed è a beneficio di tutti”. In primis i bambini, dai quali il transito stellare può essere considerato come «la stella che fa l’occhiolino al pianeta». Anche oggi i bambini sono stati co-protagonisti dell’evento. Con la creatività della scienziata che dirotta dal talk al gioco didattico, Francesca Faedi ha infatti trasformato la mattinata in un laboratorio astronomico per gli studenti presenti, raccontando loro come la sua passione di osservare il cielo sia nata da una domanda infantile che non trovava risposte: «Ero ancora piccola ed ero affascinata dalla luna e dalle sue fasi, ancora oggi uno degli argomenti più difficile da capire. Da allora ho sempre sognato di diventare scienziata per studiare il cosmo e le stelle».

La città di Staffolo ha calorosamente accolto la Faedi, donandole un premio simbolico: la chiave della città e una penna inesauribile usata dagli astronauti nello spazio, per scrivere in assenza di gravità.

La commissione del Premio Città di Staffolo, di cui è presidente Giancarlo Brecciaroli, ha voluto quest’anno dare spazio alla scienza, sottolineando, anche attraverso la proiezione di un video, come la regione Marche sia stata culla del rinascimento scientifico, sin dalla corte di Urbino e dall’Accademia dei Lincei. All’evento hanno partecipato il sindaco Sauro Ragni, Frida Paolella del Servizio Sviluppo e Valorizzazione delle Marche e l’Associazione Jesina Astrofili.

In chiusura Francesca Faedi ha lasciato l’uditorio con una promessa: «Nel 2024 torneremo sulla luna per aprire potenziali rotte per l’esplorazione del sistema solare. Finché non ci sarà questa corsa per tornare su Marte non ci sarà sviluppo tecnologico. È anche tra gli obiettivi dell’Onu, che guardano al nostro paese». E un ultimo pensiero è andato ai più giovani: «Sarete voi i protagonisti». Tra di loro anche il piccolo Joshua, figlio maggiore della scienziata. Alla sua domanda – «mamma, hai già scoperto un nuovo pianeta?»-, la Faedi non ha potuto far altro che rispondere sorridente: «Quasi».

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