JESI – «Ennesimo incidente sul lavoro alla CNH di Jesi, che si aggiunge ad una lunga lista di episodi accaduti negli ultimi tempi. La situazione non è più accettabile: si rimetta lo stabilimento nelle condizioni di garantire la sicurezza di tutti i lavoratori e lavoratrici». Così le segreterie sindacali provinciali di Fiom, Fim e Uilm dopo quanto accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, 4 dicembre, nel sito produttivo di macchine agricole della multinazionale.
Un dipendente dell’azienda, A.M., 50 anni, è stato investito da un trattore in produzione sul quale stava lavorando. Le condizioni dell’uomo, ricoverato all’ospedale di Torrette in prognosi riservata, sono gravi, con policontusioni e traumi, anche se è stato scongiurato il pericolo di vita. Appena la settimana scorsa, in un incontro con la stampa ai cancelli dello stabilimento, rappresentanza provinciale e delegati Rsa della Fiom Cgil avevano portato in evidenza la questione della sicurezza sul lavoro in una fabbrica «dove dai 1.1100 lavoratori di un tempo si è passati agli attuali 780, non si assume dal 2014 e l’età media del personale è ormai over 50».
Oggi, le segreterie provinciali Fiom, Fim e Uilm evidenziano: «Questa volta si è evitata la tragedia solo per fortuna, dal momento che un lavoratore esperto, mentre effettuava operazioni di collaudo di un trattore, veniva travolto dallo stesso causandogli gravi ferite. Da tutti i sindacati, l’auspicio di una pronta guarigione. Fim, Fiom e Uilm e Rsa aziendali da tempo denunciano all’azienda problemi legati alla sicurezza; non vi è settimana che non accadano incidenti che solo per fortuna non hanno portato ad infortuni gravi. Ora saranno gli organi competenti ad accertare tutte le responsabilità dirette. Noi, tuttavia, non possiamo più aspettare: vi è una necessità non più rimandabile, bisogna agire per rimettere lo stabilimento nelle condizioni di garantire la sicurezza».
Secondo i sindacati: «Quando gli incidenti si susseguono troppo frequentemente in diversi reparti è chiaro che qualcosa non funziona, che il sistema della prevenzione, i controlli, la formazione e i ritmi di lavoro evidenziano un buco nell’organizzazione. Allora è necessario ragionare su come agire per individuare soluzioni efficaci e strumenti da mettere in campo per garantire la massima sicurezza sulle postazioni di lavoro». Concludono Fim, Fiom e Uilm: «Chiediamo all’azienda di mettere in campo, da subito, un percorso condiviso per riportare lo stabilimento a garantire la massima sicurezza, investendo più risorse nella sicurezza. Noi siamo da sempre disponibili ad un confronto sul tema della sicurezza e, qualora l’azienda non dimostri la volontà di cambiare marcia, noi continueremo con la mobilizzazione come abbiamo sempre fatto negli ultimi tempi».