JESI – «Sulla modifica dello Statuto, inutile nascondere l’imbarazzo». Lo afferma Jesi in Comune, in replica a quanto affermato dal sindaco Massimo Bacci sulla questione della revisione dello Statuto comunale. Nell’annunciare che dal nuovo documento non scompariranno, come sembrava invece dovesse accadere, i riferimenti a Resistenza e antifascismo, Bacci, rispondendo alla lettera inviatagli dall’ex sindaco e senatore Aroldo Cascia che l’aveva chiamato in causa, non aveva mancato di criticare sul punto le opposizioni in Consiglio chiamandole ad un «sussulto di dignità».
Risponde Jesi in Comune: «Quando fu istituito il gruppo di lavoro informale (niente verbali, componenti estranei al Consiglio) per la modifica dello Statuto e del Regolamento del Comune di Jesi, il mandato specificava che si sarebbe occupato di “renderli coerenti alle nuove disposizioni di legge e ad eventuali fattispecie che nel frattempo sono mutate”. Non di riscrittura dei principi fondamentali, come invece ora si vorrebbe fare passare».
Prosegue Jesi in Comune: «In un sussulto di dignità il Sindaco avrebbe potuto semplicemente riconoscere che in molti non siamo d’accordo con la proposta della sua maggioranza e scegliere da che parte stare. Invece di rifugiarsi dietro le solite parole offensive per nascondere l’imbarazzo per la sostituzione dei termini con Città Regia: tra l’altro lo Statuto non è certo una réclame per attirare turisti con una dicitura. Imbarazzo peraltro comprensibile visto che questo episodio segue l’uscita di Jesi dall’Istituto Cervi e alla luce dell’imbarazzante discussione avvenuta in occasione del manifesto nazionale “Mai più fascismi”».
Chiude Jesi in Comune: «Apprendiamo che i termini “antifascismo” e “Resistenza” siano stati inseriti nella nuova versione dello Statuto: alla luce dei gravi episodi che avvengono nel nostro Paese, crediamo sia a maggior ragione importante non dimenticare che in Italia c’è stato un solo regime, quello fascista, e che la Liberazione è frutto della Resistenza».