Jesi-Fabriano

Jesi, “Il Viale che vorrei: una storia al futuro”: una due giorni per ripensare il Viale della Vittoria

Due giornate il 13 e 14 giugno alla Galleria Freddi, lungo il percorso per arrivare alla elaborazione di un masterplan del Viale della Vittoria.

Jesi, “Il Viale che vorrei: una storia al futuro”

JESI – “Il Viale che vorrei: una storia al futuro” è l’iniziativa voluta e promossa dall’amministrazione comunale di Jesi che si terrà nelle giornate del 13 e 14 giugno alla Galleria Freddi, lungo il percorso per arrivare alla elaborazione di un masterplan del Viale della Vittoria. Obiettivo, che il Viale della Vittoria «da mero luogo di attraversamento della città ne diventi uno spazio vissuto e abitato» dice il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, nel presentare in Comune, insieme ai colleghi di Giunta Valeria Melappioni, Loretta Fabrizi e Luca Brecciaroli, al dirigente Mauro Torelli e a Maria Cristina Locatelli e Costantina Marchegiani in rappresentanza di due delle associazioni (Archeo Club e Italia Nostra) che collaboreranno, il programma dell’appuntamento.

Loretta Fabrizi, Lorenzo Fiordelmondo e Valeria Melappioni

La due giorni mette in cantiere approfondimenti urbanistici, storici e ambientali, con interventi di geologi, tecnici comunali e non, docenti universitari e realtà culturali, in un filo rosso che unirà ciò che c’era prima del Viale – la valletta ai piedi del centro e il fosso San Giovanni tombato un secolo fa – i contenitori di rilievo e il lancio da parte dell’amministrazione della progettazione partecipata per il “Viale che vorrei”. Il Viale della Vittoria «per noi è il nostro progetto a lungo termine – dice Fiordelmondo – ed anche il luogo dell’evento, la Galleria Freddi che è uno spazio privato ad uso pubblico nelle disponibilità della città e che probabilmente pochi conoscono, è un segno dello spirito dell’iniziativa».

Per Melappioni: «L’urbanistica appare distante ma è un elemento che guarda al futuro e noi vogliamo farlo con coraggio. Per riuscirci occorre però ripartire dal conoscere meglio da dove veniamo e cosa c’è alle spalle. Lo faremo con l’arte e la scienza dell’urbanistica, con i tecnici e gli esperti della Università di Camerino e con il coinvolgimento della città e delle associazioni. Partendo da quando il Viale non c’era, dalla sua realizzazione un secolo fa e poi dalle previsioni che facevano per quello spazio i piani regolatori Secchi e Gabellini». Dice Fabrizi: «Tante le realtà coinvolte, è una prova di cittadinanza attiva. Ci saranno immagini d’epoca, con le suggestioni e il fascino di foto e filmati». Aggiunge Brecciaroli: «Un percorso di recupero e riscoperta che consente di guardare al futuro». E quanto a critiche e polemiche – nei giorni scorsi sia l’opposizione sia il presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini avevano puntato il dito contro la questione traffico legata al viale e chiesto di pensare ad un asse nord per alleggerire l’Erbarella – «i percorsi non si fanno a casaccio ma cercando di fare le cose per bene, noi ci stiamo provando» dice Fiordelmondo. E Melappioni afferma: «Le risposte non vanno date di pancia ma seguendo un percorso che parte dai sintomi, si rivolge al medico ovvero ai tecnici, traccia diagnosi e cura».

Torelli ricorda la figura del sindaco che nel primo dopo guerra fece realizzare quello che era allora “lo stradò”, «Giuseppe Abbruzzetti, un gigante che in questo modo diede risposta all’emergenza economica e occupazionale seguita alla Grande Guerra». E nonno, tra l’altro, della grande Valeria Moriconi. «Quella della valletta dove è sorto il viale della Vittoria è storia che può partire dal paleolitico, con tanti reperti» dice Locatelli. «Da Agostinelli a Mattoli, dal cinema Olimpia a Mariani, approfondita la storia di tante ditte che nacquero grazie al viale e lungo il viale» spiega Marchegiani.

C’è spazio per qualche nodo aperto su viale della Vittoria. Uno, l’ex ospedale. «C’è una interlocuzione – dice Fiordelmondo – aperta con l’Ast (proprietari di oltre il 90% di un’area per il resto comunale, nda), c’è da completare la demolizione, bloccata da una questione di risorse per la quale c’è da interpellare Ast mentre quelle comunali stanziate ci sono. Intanto il distretto sanitario di via San Francesco è destinato a spostarsi all’ex Sert e si lavora per il recupero di uno spazio di parcheggio». Poi i pali dell’illuminazione a rischio. «JesiServizi si sta attrezzando per la sostituzione nei prossimi mesi» dice Melappioni.

“Il Viale che vorrei: una storia al futuro”, il programma

Giovedì 13 Giugno 17,30

· Sviluppo della valletta, morfologia idrogeologica del sito (intervento a cura di geologi)

· Dal fosso alla strada (Archeoclub)

· La tombatura del Fosso San Giovanni: l’iter amministrativo (M. Torelli)

· Il percorso progettuale di realizzazione del Viale (Arch. F. Cinti)

· Le alberature nel viale urbano dell’epoca (Prof. A. Catorci, Unicam)

Venerdì 14 Giugno, 17.30

· Un racconto per immagini: lo sviluppo del Viale, le costruzioni, la vita nel Viale (D. Mogianesi – C. Cardinali)

· I primi grandi contenitori e i protagonisti: (Italia Nostra con Beatrice Testadiferro, Agostinelli, Mattoli, Mariani)

· l’ex Ospedale Fatebenefratelli e il Viale (FAI)

· il Piano Secchi e il Piano Gabellini (D. Vitali, P. Gabellini)

· la progettazione partecipata per il ‘Viale che vorrei’ (Amministrazione)

A corredo della parte convegnistica, sarà allestita una mostra fotografica da parte del Circolo Ferretti e si terrà un evento di street art a cura del Collettivo Jassart

Ti potrebbero interessare