Jesi-Fabriano

Jesi, un centinaio di “azioni” e custodi del fiume per salvare l’Esino

Evidenziata la carenza di pesci dai monitoraggi a Ripa Bianca. Napolitano: «Chieste proposte ai Comuni del Contratto, c'è anche il coinvolgimento di associazioni per monitorare scarichi abusivi e controllo del deflusso minimo»

Jesi, Riserva di Ripa Bianca
Riserva di Ripa Bianca

JESI – «Un centinaio le azioni per la salvaguardia dell’Esino presentate dai Comuni coinvolti nel Contratto di fiume. Fra queste, anche l’ipotesi di far ricorso a “custodi del fiume”, coinvolgendo le associazioni nel monitoraggio e nel controllo». A spiegarlo è l’assessora all’Ambiente del Comune di Jesi, Cinzia Napolitano.

L’assessore all’ambiente di Jesi, Cinzia Napolitano

Spunto per affrontare il tema, l’interrogazione presentata nell’ultimo Consiglio da Francesco Coltorti (Jesi in Comune) e relativa al «censimento effettuato a luglio dall’Oasi Ripa Bianca, che evidenzia come la popolazione ittica del fiume Esino si sia ridotta del 90%».

Dice Napolitano: «La situazione è stata rilevata a seguito dei monitoraggi effettuati nella Riserva, che, essendo un sito protetto, ha appunto la mission di monitorare la conservazione della biodiversità in quell’area. Ci siamo accorti della carenza di pesci. Una situazione che naturalmente non riguarda solo il tratto all’altezza della Riserva, dove è stata notata, ma tutta l’asta fluviale e il bacino idrografico».

Riferisce Napolitano: «I motivi possono essere diversi. L’inquinamento, i lavori spesso effettuati nel fiume che eliminano le anse e i nascondigli dove i pesci possono nidificare. Le varie derivazioni nel corso degli anni, che captano acqua per produrre energia elettrica e danneggiano il decorso minimo vitale del fiume, anche se poi l’acqua viene restituita. Il Contratto di fiume di cui noi, come Comune capofila, ci siamo fatti promotori, ha presentato un suo documento strategico e adotterà un suo piano d’azione: sono già state indicate delle strategie per capire quale sia la causa e porre rimedio alla situazione». Quanto al ruolo giocato dalla caccia ai pesci del fiume da parte degli uccelli, Napolitano dice: «Se ne è parlato col direttore di Riserva e non d’accordo sul peso di questo fattore, perché fa parte del ciclo naturale delle cose. Le cause sono più umane e dovute all’azione dell’uomo».

Spiega inoltre l’assessora: «Nel documento strategico del Contratto di fiume sono già state presentate delle azioni da fare su tutta l’asta: il monitoraggio degli scarichi e l’eliminazione di quelli abusivi che spesso si trovano lungo l’Esino; un maggiore controllo sull’utilizzo dei fertilizzanti in agricoltura, che poi finiscono nel fiume; il controllo del deflusso minimo vitale del fiume stesso. Abbiamo chiesto ai diversi Comuni che hanno aderito al Contratto di presentare delle azioni. Un centinaio quelle pervenute e, di queste, diverse quelle rivolte alla risoluzione di questa problematica. Come, appunto, l’attivazione di custodi del fiume, coinvolgendo le associazioni perché si si occupino di monitorare le situazioni che dicevamo e di custodire il bacino».

© riproduzione riservata