Jesi-Fabriano

Dalla D’Urso a Tabano, la festa di Tiziano: «Grazie agli jesini, con me chi mi ha sempre supportato e sopportato»

Dopo il gratta e vinci da 300 mila euro, la vicenda della svolta per l'uomo del semaforo conquista l'Italia. «Mi divertivo, ora ho ceduto l'attività! Restano i ricordi ma, credetemi, non è una vita facile»

Tiziano, Jesi
Tiziano insieme a Katia ed Eva, le ragazze della tabaccheria fortunata

JESI – «Stasera a festeggiare a cena a Tabano saremo una cinquantina di persone. Dovevamo essere anche di più ma poi, con le precauzioni per il Covid, qualcuno non ci sarà. Tutta gente che mi ha voluto bene – supportato e sopportato nei miei giri quotidiani dandomi una mano- prima di questa vincita, al di sopra di ogni sospetto». In fondo la popolarità per lui non è del tutto una novità, già da quando col lancio in area del cappello e i suoi cartelli satirici, regalava sorrisi agli automobilisti al semaforo rosso dell’incrocio fra viale della Vittoria e viale del Lavoro. Ma adesso Tiziano Pellonara, con la sua storia di vita cambiata da un gratta e vinci da 300 mila euro, è diventato una celebrità nazionale.

«Oggi pomeriggio (25 settembre, nda) saremo in collegamento con Barbara D’Urso su Canale 5. E lunedì prossimo- dice sorridendo- è arrivato l’invito anche da Magalli, dove però andranno le ragazze della tabaccheria. Sono contento, un poco di pubblicità anche per Katia, Eva, Mirko e tutti quelli che mi hanno aiutato. La mia vita dopo la vincita? Di certo un po’ movimentata!».

Spiega Tiziano: «Ci tengo a ringraziare e salutare tutti gli jesini, che mi hanno dimostrato e mi stanno dimostrando tanto affetto. E dico loro che un colpetto di fortuna sì, ci vuole. Lo auguro a tutti». La sua vicenda ha un altro grande pregio: nel pieno di un anno – il 2020- dove tante e troppe sono state e continuano ad essere le notizie drammatiche- la storia della svolta nella vita di Tiziano, l’uomo col cappello al semaforo, ha rappresentato per tutti una boccata d’aria finalmente buona. «È vero ma d’altro canto, come mi capita di dire in questi giorni, era da un po’ che per me gli anni erano tutti bisestili. Che qualcosa cambiasse, era ora. E bisogna sempre mantenere la speranza che possa accadere».

Come nascevano quei cartelli al semaforo? «Prendevo spunto dai fatti del giorno, del momento. I soliti temi: la politica, il calcio. Gli argomenti più gettonati con cui andavo sul sicuro, Di Maio e il triplete della Juve. Col triplete della Juve c’era fare tredicesima, quattordicesima e quindicesima, perché tutti gli interisti e i milanisti apprezzavano».

Ora, per fortuna, resta un ricordo. «Certo non posso dire che mi manca. Ma comunque mi piaceva, mi divertivo- racconta Tiziano- c’era sempre qualcuno che mi diceva a che ora finivo il turno, perché poi avrebbe montato lui. E io adesso dico che ho ceduto l’attività ma avanti per rilevarla non si sta facendo nessuno! Restano i ricordi, certo. Ma, garantisco, non è una vita facile, credetemi».