JESI – Sul biodigestore è tutto fermo, o quasi. A lanciare l’allarme è stato il sindaco Massimo Bacci. «Quando si è scelto il gestore unico per i rifiuti si sono saltati tutti i passaggi e si è andati dritti contro un muro – tuona -. Adesso si chiedono pareri e approfondimenti, il che va benissimo ma non è stata ancora effettuata alcuna attività politica per una verifica con i territori
sulla realizzazione dell’impianto per il trattamento della frazione organica dei rifiuti a Jesi».
Il Comune ha dato la propria disponibilità a ospitarlo, a determinate condizioni, indicando prioritariamente l’area dell’Interporto, suggerita dall’Ata Rifiuti, nonché i piazzali ex Sadam. «Sono cinque mesi che abbiamo dato la nostra disponibilità – aggiunge Bacci – e si stanno solo attendendo pareri (Anac e antitrust, ndr) poi, una volta che arriveranno, dovrà essere effettuato l’approfondimento politico. Forse ci vorrà un altro anno. Non credo che l’Ambito (Ata, ndr) possa pensare che si attendano ancora i tempi degli intrecci a cui siamo abituati per arrivare non si sa a quale fine. Ci saranno altri mesi, forse un anno, dopo l’acquisizione di questi pareri. Si è persa un’occasione per il territorio».
«L’impianto – rincara la dose Nicola Filonzi, consigliere di JesiAmo – andava nella direzione di una vera economia circolare e Jesi è l’unica città a dare la disponibilità. Portiamo i nostri rifiuti fuori regione perché non abbiamo gli impianti, tra l’altro con costi maggiori». L’incremento della tassa rifiuti, ha spiegato proprio l’amministrazione, è legato all’incremento dei costi per il conferimento dei rifiuti altrove.