Jesi-Fabriano

Vertenza Beko: 77 milioni di investimenti nelle Marche. In calo numero degli esuberi tra i colletti bianchi

Tavolo tecnico al ministero delle Imprese e del Made in Italy tra i rappresentanti della Beko Europe e i sindacati di categoria. Resi noti gli investimenti del Gruppo tra il fabrianese e il sito ascolano di Comunanza. Gli esuberi scendono a 400 complessivi in regione

Vertenza Beko al Mimit

FABRIANO – Qualche passo in avanti nella riduzione degli esuberi a Fabriano e la suddivisione degli investimenti nelle Marche, tra il fabrianese e il sito ascolano di Comunanza. Questo, in estrema sintesi l’esito dell’odierno incontro del tavolo tecnico tra i rappresentanti della Beko Europe e i sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm e Ugl, nazionali e regionali svoltosi nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nello specifico per Comunanza: taglio di 200mila volumi di produzione su 630mila attuali e la presenza di circa 80/100 esuberi su 320 dipendenti attuali. La Beko prevede di investire a Comunanza 15milioni di euro per produrre solo incasso e alto di gamma sia per le lavatrici che lavasciuga. A Melano, confermati i 68 esuberi e in un triennio la newco assicura di investire 62milioni di euro complessivi, di cui 22,5milioni sul prodotto, 11milioni sul processo e 27milioni in ricerca e sviluppo del cooking. Resta complicata la situazione tra i colletti bianchi dove si registra una riduzione dei numeri a livello nazionali degli esuberi, ora dichiarati sono 628 funzioni, di cui il 43% localizzato nell’area di Fabriano, circa 220. Gli investimenti sono quantificati in 78 milioni di euro nelle attività trasversali e di infrastruttura, con una parte di questi anche nel fabrianese. Le parti hanno stilato un programma di incontri serrati: 27 febbraio alle 14, il 14 marzo alle 10:30 e il 18 marzo alle 10:30.

Le dichiarazioni dei sindacati

«Come sindacati giudichiamo i cambiamenti al piano industriale e le posizioni di Beko ancora insufficienti, poiché non trovano una soluzione per tutte le fabbriche e le divisioni impiegatizie, non garantiscono investimenti idonei a rilanciare le produzioni italiane e valorizzare al meglio gli enti di ricerca e sviluppo prodotto, qualità, prevedono soluzioni organizzative non condivise e implicano un numero molto alto di esuberi», il commento dei sindacati al termine dell’incontro odierno.