Jesi-Fabriano

Beko Europe: scendono di poco i numeri degli esuberi tra i colletti bianchi, intesa lontana

Questa l’unica novità sostanziale emersa al termine dell’incontro odierno del tavolo tecnico tra i rappresentanti della newco turco/americana e i sindacati di categoria

Riunione al Mimit Beko Europa

FABRIANO – Scendono di altre 20 unità gli esuberi tra gli impiegati, esattamente nelle funzioni regionali, passando da 295 a 275 esuberi, nell’ambito della vertenza Beko Europe. Questa l’unica novità sostanziale emersa al termine dell’incontro odierno del tavolo tecnico tra i rappresentanti della newco turco/americana e i sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm e Ugl, nazionali e regionali, svoltosi nella sede del ministero delle Imprese e Made in Italy.

«La situazione della trattativa è nel complesso molto difficile. Per poter davvero sperare in un’intesa che scongiuri i licenziamenti, abbiamo la necessità di chiarire gli assetti produttivi, di risolvere il problema della priorità del sito di Siena e più in generale di avviare un credibile processo di reindustrializzazione, di ridurre il numero di esuberi fra gli operai e gli impiegati, nonché di pattuire strumenti concreti di tutela», il commento unitario dei sindacati.

«Oggi sono stati portati all’attenzione alcuni punti che ritenevamo già definiti e ne sono emersi di nuovi che necessitano di un approfondimento adeguato – commenta Maurizio David Sberna, direttore delle Relazioni Esterne di Beko Europe – Siamo convinti che ci siano tutti gli elementi necessari per proseguire un confronto costruttivo, con l’obiettivo di arrivare a un accordo a nostro avviso tanto auspicato quanto auspicabile. Confidiamo che il prossimo incontro del 25 marzo possa permettere di chiudere il cerchio».

Marche

Dal punto di vista delle Marche, le novità da registrare nell’ambito della vertenza sono minime. Sugli esuberi degli impiegati sono state recuperate appena venti postazioni nelle funzioni regionali, mentre sulla ricerca e sviluppo non è stato fatto alcun passo in avanti. Tradotto per Fabriano (Ancona), dove si concentrerebbero i maggiori tagli dei ‘colletti bianchi’, non ci si smuove da circa 226 esuberi. «Insufficiente l’ulteriore aggiustamento nei numeri degli esuberi che nei fatti non cambia niente. L’azienda conferma tutti i numeri su ricerca e sviluppo e questo non è accettabile, abbiamo chiesto un intervento del Governo che si è impegnato a parlarne anche presso la casa madre», le dichiarazioni di Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provincia della Fiom, nonché responsabile per il distretto economico-produttivo di Fabriano. È ancora in valutazione la assegnazione a Comunanza di una nuova produzione, ma restano un centinaio di esuberi sul piatto; per Melano a Fabriano è in studio un nuovo prodotto, confermati i 68 esuberi. A fronte di una conferma degli investimenti, sarà necessario che al prossimo incontro l’azienda entri più nel dettaglio dei prodotti che saranno posizionati su Melano e sulle innovazioni di processo», prosegue Pullini. Nel corso dell’incontro si è iniziato a discutere anche degli strumenti da utilizzare. «Come sindacato abbiamo chiesto di ricorrere ad ammortizzatori sociali conservativi e ad altre opzioni volontarie come il part time, nonché ad uscite incentivate finalizzate alla pensione o comunque volontarie, utili in ogni modo a scongiurare i licenziamenti unilaterali. Abbiamo ricevuto una disponibilità di principio da parte aziendale, benché sia ancora tutto da verificare il percorso effettivamente praticabile. Ad oggi vediamo solo un aumento della cassa integrazione: adesso è il momento di rendere tutto credibile anche in prospettiva, se davvero si vuole fare un accordo che ad oggi vediamo molto difficile», conclude Pullini. Le parti si ritroveranno il 25 marzo prossimo al Mimit per una nuova riunione del tavolo tecnico.

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