JESI – L’antivirus? Scegliere la bici. Il mezzo migliore per “dare aria” ai polmoni e mantenere tutte le distanze di sicurezza. Sono i messaggi della campagna informativa ideata dalla Consulta della Bici di Bologna e che il Comune di Jesi, in virtù della collaborazione con la Fondazione Michele Scarponi, sta adottando. Presto i maxi manifesti compariranno in città. «Ci tengo a collaborare con Jesi, una seconda casa per la famiglia Scarponi e per Michele, perché sia una città amica della vita sulla strada» dice Marco Scarponi, presidente della Fondazione intitolata al fratello Michele e dedicata alla promozione della sicurezza sulle strade.
Affiancato dall’assessora all’ambiente Cinzia Napolitano e dall’architetto Massimiliano Pecci, Marco Scarponi spiega: «Quanto accaduto con il Covid-19 ha messo in crisi in tutta Italia il trasporto pubblico e fatto temere città ancora più invase dalle auto. Ha fatto così riscoprire la bici come mezzo alternativo e l’importanza di mettere al centro valori come la salute, l’occupazione degli spazi pubblici, la tutela della qualità dell’aria».
Jesi sta pensando a questo proposito a “Zone 30”, con l’introduzione di un limite di velocità a 30 km orari. «Ci sono in Europa metropoli come Madrid, Berlino, Parigi, che programmano di diventare “città 30”: non è un danno per l’automobilista ma una maniera di stare meglio tutti – dice Scarponi -, serve un cambio di mentalità nei confronti di modelli non più attuali».
Dice l’architetto Pecci: «Stiamo valutando l’idoneità di diverse zone residenziali di Jesi all’introduzione del limite a 30 km orari». L’assessora Napolitano ricorda «la nuova pista ciclabile da realizzare in via King, nuovi sensi unici in arrivo nel comprensorio fra via San Francesco e via delle Nazioni, la richiesta ai parlamentari del territorio (il senatore Mauro Coltorti e la deputata Martina Parisse, ndr) affinché il Governo sostenga i Comuni in questa direzione, anche con l’introduzione di apposite modifiche al Codice della Strada».