Jesi-Fabriano

In bici e senza soldi, così verso Medjugorje

Quentin Malassenet è partito dalla Francia con il suo "vélo avec un petit chariot", senza denaro in tasca, alla volta di Medjugorje. Durante il suo pellegrinaggio ha fatto tappa a Jesi e Centropagina lo ha intervistato

Quentin Malassenet davanti al monumento a Pergolesi con la sua bici de "La Poste"

JESI – Appena vedi Quentin, a parte la sua splendida età, 25 anni, quello che ti colpisce subito sono i suoi occhi: sfavillanti di una gioia e di una consapevolezza che gli vengono da dentro. Da tanto dentro.

E, poi, il fatto che ti dica, candidamente, che lui sta vivendo «sans argent», senza soldi il suo pellegrinaggio dalla Francia alla Bosnia Erzegovina, passando per l’Italia.

Lui è francese, infatti, vive a Montpellier, dove studia teatro, ma il suo viaggio in bicicletta anzi con il “vélo avec un petit chariot“, “vélo” de La Poste perchè più adatto a trasportare pesi, lo ha iniziato più a nord, il 12 marzo scorso dalla casa di famiglia, a Bourges, dipartimento centrale del Cher.

Mèta, per il momento, Medjugorje, Comunità del Cenacolo, ma la fine vera del viaggio sarà dall’altra parte dell’oceano, in Colombia, dove ad attenderlo c’è un amico.

La sua è una storia di fede, di passione, di speranza, di vita e di gente. Tutta quella che incontra sul suo cammino da Saint Etienne a Lione, Montpellier, Genova, Roma, Assisi e, da qui, in due giorni, la tappa a Jesi.

Storia iniziata quasi per caso proprio a Montpellier quando un giorno «sul davanzale di una finestra ho trovato un rosario da polso abbandonato. L’ho preso per curiosità poi un mio amico mi ha fatto notare che c’era scritto Medjugorje, località che io neanche conoscevo. E ho deciso subito che sarei partito. Come se fossi stato chiamato».

Ad Assisi si è fermato una settimana nella Comunità di Bose, e da Jesi proseguirà verso Loreto. Poi Ancona dove «cercherò di imbarcarmi su un traghetto diretto a Spalato e, da lì, verso Medjugorje. Se troverò chi mi darà un passaggio. Altrimenti di nuovo in bicicletta lungo la costa italiana e poi giù, tra Slovenia e Croazia».

Quentin Malassenet sta vivendo così i suoi mille giorni senza soldi. Il suo è un pellegrinaggio tutto particolare, fatto di incontri quotidiani, «il mio scopo – dice – è andare per le comunità cristiane, fare conoscenza con la pratica della fede. E faccio conto soltanto sulla Provvidenza, che mette sul mio cammino alberi fruttuosi. Vivo di amore, che è scambio reciproco tra persone e più vado avanti più ho fiducia, più mi arricchisco spiritualmente. D’altronde il Vangelo ci invita a spogliarci dei nostri beni. Come ha fatto San Francesco. Per questo sono passato da Assisi. Ed è stata un’esperienza incredibile per me».

Qui a Jesi è stato ospite, per una notte, della chiesa dei Paolotti all’arco. A cena, invece, presso la nuova mensa della Caritas.

Per il resto la sua bici contiene e trasporta tutto il necessario: tenda, libri, qualche capo di vestiario, il necessario per cucinare.

«La mia non è una famiglia credente ma salda e unita – spiega -. Composta dalla mia sorella gemella, Léa, da un fratello maggiore, Pierre, padre e madre, che mi hanno appoggiato e mi sostengono in questo percorso di chilometri e di vita».

La sua aspirazione è anche quella di avere una propria famiglia con dei bambini e «trasmettere questa mia avventura, una volta conclusa, attraverso il teatro».

 

 

 

 

 

© riproduzione riservata