JESI – «La mancata decisione dell’Ata sulla proposta di realizzare un biodigestore a Jesi, spalanca le porte al privato». Lo afferma il sindaco Massimo Bacci, dopo l’annuncio da parte dell’amministrazione del ritiro della disponibilità a ospitare l’impianto sul territorio comunale e a seguito delle polemiche politiche sul tema.
Bacci continua: «Tra un anno e mezzo sarà pronto il biodigestore realizzato da privati ad Ostra ed è del tutto evidente che sarà lì che finirà gran parte dei rifiuti organici della provincia. Gran parte e non tutti, perché non sarà in grado di soddisfare l’intera domanda e dunque continuerà ancora la spedizione di rifiuti al nord Italia con gravi ricadute sia economiche che ambientali. Non avremo dunque più una società pubblico-privata dove il privato lo scelgono i Comuni con un bando ad evidenza pubblica, non avremo più la possibilità di determinare il prezzo di conferimento, non avremo più il controllo di nulla. Un bel capolavoro!».
«Vi facilitiamo il lavoro per la scelta, delle sei ipotetiche sedi potete a questo punto fare a meno di considerare le due di Jesi, non sono più disponibili» ha detto nei giorni scorsi in Assemblea Ata al presidente Luigi Cerioni e al direttore Massimiliano Cenerini l’assessora all’ambiente Cinzia Napolitano. Sul piatto della discussione c’era il varo del Documento unico di programmazione che dovrà portare, entro fine anno, all’adozione da parte del Piano d’Ambito per la gestione provinciale dei rifiuti. Un Piano al quale arrivare con ogni probabilità senza avere ancora individuato una sede per i due nuovi impianti previsti: appunto il biodigestore – per il trattamento dell’organico da cui ricavare biometano e componente per fertilizzanti- e una seconda struttura per i rifiuti da spazzamento delle strade. Impianti che in ogni caso non saranno pronti prima del 2023.