Jesi-Fabriano

Bomba ecologica o no? A Jesi è scontro sull’impianto per la bonifica dei terreni che può sorgere alla Zipa

Pierluigi Bocchini, Confindustria Ancona: «Leggerezza e superficialità di chi governa il territorio sul benessere ambientale della comunità, vogliamo vedere gli atti». Il sindaco Fiordelmondo: «No allarmismi, presto in commissione»

Jesi, via dell'Industria

JESI – Bomba ecologica sì, bomba ecologica no. È scontro sull’ipotesi di un nuovo impianto per la pulizia dei terreni e il recupero e trattamento di rifiuti pericolosi e non alla Zipa, per la realizzazione del quale è stata presentata una richiesta in Provincia da Edison Next, già presente con un suo sito nell’area di via dell’Industria. Secondo il presidente jesino di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini: «Da parte di chi ha la responsabilità del governo del territorio stupisce la leggerezza e la superficialità» sulla questione. Bocchini i suoi timori li aveva già espressi negli ultimi giorni commentando le considerazioni social sul tema dell’ex presidente del Consiglio comunale Daniele Massaccesi. «Il biodigestore alla Coppetella a impatto ambientale zero e conto economico positivo, no. Però una bomba ecologica come quella proposta in viale dell’Industria, sì», l’intervento del numero uno dell’associazione industriali. Mentre il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo ha in merito affermato nell’ultimo Consiglio comunale del 30 maggio: «Come garante della salute pubblica dico a tutti che non esiste ipotesi che in questo territorio possa essere immessa una bomba ecologica di qualsiasi tipo. E che ognuno si prende le responsabilità di quello che dice».

Lorenzo Fiordelmondo e Pierluigi Bocchini

Impianto di trattamento rifiuti alla Zipa, il punto

In ballo c’è una nuova “piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e per la produzione di “End of Waste” (ovvero la cessazione della qualifica di rifiuto e il recupero come prodotto. A dare il via all’iter per la realizzazione in zona Zipa una richiesta avanzata da Edison Next, già nell’area con un suo sito. Il primo a segnalare con preoccupazione il tema era stato qualche settimane fa, dalle colonne del settimanale diocesano “Voce della Vallesina”, ’ex assessore comunale Leonardo Animali. La Provincia, nella determina con la quale ha recepito – da Regione, Comune, Vigili del fuoco, Ast, Ata, Arpam, VivaServizi – i contributi di enti e amministrazioni coinvolte, ha valutato che «non sussistono, allo stato, elementi ex sé preclusivi, fatti salvi gli esiti della successiva fase».

Il proponente parla di un massimo di mille tonnellate al giorno di rifiuti in entrata. Le attività di trattamento rifiuti da svolgere sono «principalmente orientate – si legge – alla decontaminazione di terreni inquinati, attraverso la tecnica del Soil Washing, alla quale sarà affiancato un trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti liquidi finalizzato a produrre il fluido di lavaggio, necessario al corretto funzionamento del Soil Washing». Il soil washing è una tecnica di bonifica del suolo contaminato e riguarderebbe anche le contaminazioni da amianto. Nel dettaglio si parla di potenziali 110mila tonnellate l’anno per il soil washing e 175mila per il trattamento chimico-fisico biologico. Nella relazione di risposta, il Comune di Jesi ha dichiarato la necessità di una delibera del Consiglio che valuti esplicitamente sostenibilità e compatibilità ambientale, «trattandosi di insediamento di nuova industria insalubre». Chiesto inoltre di approfondire «alternative in merito alla scelta del sito».

Daniele Massaccesi

Impianto di trattamento rifiuti alla Zipa, Massaccesi

A richiamare il tema, raccogliendo il riferimento alla “bomba ecologica” di Bocchini, è poi stato Daniele Massaccesi, presidente del Consiglio comunale nei 10 anni di maggioranza e amministrazione civiche guidate da Massimo Bacci: «Ma è vera la notizia di un impianto per rifiuti pericolosi (anche amianto e fanghi industriali), e non, a Jesi in Via dell’Industria, ma soprattutto vicino al luogo dove vengono cucinati i pasti per le scuole iesine, e non solo? A che punto sono i passaggi tecnici e le procedure di valutazione? Rischi e pericoli scongiurati? C’è uno strano silenzio: nessun comitato “spontaneo” si preoccupa? Che ne pensa il Comitato di Quartiere?». Massaccesi chiama in causa assessore e commissione competenti, «si sveglino dal torpore e mettano a conoscenza Consiglieri e cittadini di questo progetto, che deve avere solidità e garanzie, non superabili».

Impianto di trattamento rifiuti alla Zipa, il sindaco Fiordelmondo

Alle sollecitazioni di Massaccesi, il primo cittadino ha così risposto: «È pervenuta in Provincia, competente per materia, la richiesta di un PAUR – Procedimento Autorizzatorio Unico per la realizzazione di un impianto di bonifica di terreni, alla zona industriale di Jesi. Nel momento in cui sarà convocata la conferenza dei servizi dove si confronteranno tutti i soggetti istituzionali chiamati ad esprimere pareri (tra cui il Comune) o autorizzazioni, si potranno compiere tutte le valutazioni del caso ed ovviamente sarà cura dell’Amministrazione comunale informare puntualmente e correttamente la cittadinanza e mettere il Consiglio Comunale nella sua pienezza di funzioni. Creare un allarme, senza avere prima approfondito tutto quanto necessario alle decisioni che saremo chiamati ad assumere, risponde ad una cultura politica che non appartiene alla corrente amministrazione comunale».

In Consiglio, il sindaco ha aggiunto: «A breve ci sarà la possibilità di confrontarci in commissione, per iniziare a mettere a terra i dati progettuali forniti. Chiarisco da subito che saremo tutti nelle condizioni di ricevere tutte le informazioni. E che faremo un percorso preciso e puntuale all’interno di un procedimento complesso, appena all’inizio. Eviteremo di convocare consigli d’urgenza e di dare 5 giorni per capire che succede (riferimento a quanto accadde nell’estate 2019 per la discussione sull’ipotesi biodigestore proposta dalla allora maggioranza civica, nda). Faremo un percorso ordinato e puntuale, evitando di creare allarmismi laddove non ce ne fosse la necessità. È stata citata la presenza alla Zipa della cucina delle mense, c’è da chiedersi semmai se possa essere stata la scelta giusta inserire una mensa in zona industriale. Ma crediamo di sì, perché ci sono tutte le condizioni del caso e di sicurezza. Eviterei temi strumentali». Altro tema motivo di scontro con Confindustria Ancona, quello sulla mobilità legata all’hub Amazon. E qui Fiordelmondo ha detto in Consiglio: «Ho inviato a Trenitalia e Rfi una missiva firmata da me e 20 sindaci, ho ricevuto risposta e ora c‘è necessità che la Regione attivi un’interlocuzione. Ho già scritto perché ci convochi».

Pierluigi Bocchini (foto dal profilo Fb personale e ufficiale)

Impianto di trattamento rifiuti alla Zipa, Bocchini

Chiede chiarezza e trasparenza Pierluigi Bocchini: «Sul tema dell’impianto dei rifiuti di bonifica che si vorrebbe realizzare prendo atto che dallo scenario inizialmente riferito dall’Amministrazione Comunale di Jesi di una semplice istanza in Provincia si sia passati alla realtà di un imminente confronto in Commissione, il che mi lascia pensare che la documentazione inerente l’insediamento Edison sia già in possesso dell’Amministrazione senza che, fino ad ora, nessuno ne fosse stato informato. Per questo motivo come Confindustria Ancona chiederemo di poter visionare gli atti e commissioneremo uno studio approfondito per la valutazione dell’impatto ambientale dell’insediamento Edison. Su un tema così delicato sarebbe auspicabile una maggior attenzione e condivisione da parte di chi ha la responsabilità del governo del territorio e stupisce, in questo senso, la leggerezza e la superficialità con cui si affrontano temi così invasivi per il benessere ambientale dell’intera comunità». Tornando poi sul tema Amazon e mobilità, Bocchini parla de «la stessa superficialità con cui, sul tema della mobilità su rotaia, riguardo al prossimo insediamento Amazon, si è chiesto a Trenitalia e RFI di convogliare il traffico dei lavoratori verso l’interporto attraverso il trasporto ferroviario, senza porsi il problema di quanta parte della popolazione possa davvero usufruirne e soprattutto senza prevedere la presenza di strutture ancillari quali i parcheggi scambiatori per poter usufruire del treno. Rimane sullo sfondo il nodo gordiano di un casello, quello di AN Nord che ci si ostina a non voler districare, per evitare di affrontare il vero unico problema legato all’interporto, vale a dire l’impatto della logistica in entrata ed uscita delle merci in un sistema viario già al limite del collasso. Dico tutto ciò assumendomene la responsabilità, come è mio costume, da sempre».

© riproduzione riservata