JESI – Meno case e più attività commerciali e di servizio nell’area sud est della di Jesi fra il fosso Granita e il quartiere Smia. O almeno questa la previsione sulla base della recente variazione del Piano regolatore approvata in Consiglio dalla maggioranza. Con un “taglio” stimato in oltre 400 potenziali abitanti in meno – in particolare nell’area occupata dal mercato ortofrutticolo- rispetto alle previsioni originarie.
I cambiamenti riguardano un’ampia fascia urbana fra via Campania, via Cartiere Vecchie e viale Don Minzoni. In parte sono stati recepiti mutamenti già avvenuti: in via Cartiere Vecchie il nuovo impianto per la distribuzione di carburanti, in viale Don Minzoni, lì dove sono sorti nel frattempo edifici commerciali e studi medici, la scomparsa della previsione di una scuola.
«La variante – spiega l’assessore all’urbanistica Roberto Renzi – fraziona un unico comparto dove, negli anni, la riqualificazione che si prevedeva non è riuscita a partire. I tre interventi in cui viene frazionato l’ambito comportano una riduzione complessiva dei volumi edificabili e si accompagnano a una serie di compensazioni. Fra queste la realizzazione di una passerella pedonale di attraversamento del fosso Granita che da via Tessitori permetta di raggiungere la zona del parco Mattei alla Smia e il polmone verde sul retro di viale Don Minzoni. Un collegamento verde che prevede anche la sistemazione della prosecuzione verso viale Don Minzoni dell’area del parco Mattei e quella della strada di via Padri Pellegrini».
Differenti le previsioni in particolare per l’area del mercato ortofrutticolo in viale Don Minzoni, di proprietà della Cjpo ma in parte anche del Comune. «Si è ritenuto, sentita la Cjpo – dice Renzi – di ridurre l’area a disposizione del mercato ortofrutticolo prevedendo un possibile nuovo insediamento». Che non sarà abitativo. Qui infatti «sono stati manifestati interessi per edificabilità a carattere produttivo, commerciale o logistico». La variante riduce il carico insediativo complessivo: solo per l’area Cjpo una diminuzione di 350 abitanti teorici, in totale oltre 400 potenziali residenti in meno. All’intervento in zona Cjpo si legherebbero l’ampliamento della sede stradale di via Padri Pellegrini e la sistemazione delle aree verdi del quartiere Smia con collegamenti, anche ciclopedonali, fino al bosco urbano dell’Acquaticcio.
Critica l’opposizione di Jesi in Comune: «Tutto ciò è coerente con la politica urbanistica di questa amministrazione: prendere atto di esigenze e interessi dei privati senza una vera e propria visione pubblica della città e smontando il piano regolatore con varianti puntuali. La scuola non serve più perché si è scelto di costruire altrove assecondando le contingenze del momento (es. Lorenzini, Verziere); l’edilizia convenzionata non interessa più di tanto il Comune che queste cose le delega all’Asp; il Cjpo è imploso assieme alle potenzialità che esprimeva la filiera agricola locale e al momento ha esigenze, anche economiche, diverse; alcuni privati hanno realizzato propri diritti pregressi in contrasto con la pianificazione; altri non hanno recuperato i loro immobili anche per difficoltà oggettive collegate alle regole di PRG. Questa variante mantiene alcuni pregi, quali la sistemazione del verde. Si tratta però di obiettivi che rimangono sulla carta: non sono previste opere pubbliche (che richiederebbero espropriazioni e stanziamenti specifici), ma tutto viene rimandato a se e quando i privati decideranno di muoversi e dunque saranno tenuti ad assicurare le opere a scomputo. La stessa diminuzione del carico urbanistico è una scelta che va a rimorchio di decisioni altrui (la Cjpo in particolare) ed è alquanto dubbia quanto a consistenza».
Secondo Jesi in Comune: «Una variante che mette un timbro sulla rinuncia a dare linee guida pubbliche ben definite quanto alle traiettorie di sviluppo (urbanistico ma non solo) di questa città e sulla tendenza a stravolgere le previsioni del PRG sulla base degli interessi privati o dell’evento di turno»