JESI – Nella casa di riposo “Villa Celeste” a Rosora, l’11 novembre di tre anni fa moriva, all’età di 89 anni, don Roberto Vigo, il parroco che ha lasciato un’impronta indelebile sia nella sua parrocchia di San Sebastiano, al quartiere Prato, che nella città di Jesi per i suoi molteplici interessi nel campo della cultura, della musica, dello sport.
E lo hanno voluto ricordare oggi, 11 novembre 2017, alcuni coristi della ex Corale Pergolesiana – che raggiunse anche la bella cifra di 60 elementi – da lui fondata, nel 1980 e diretta sino al 2011, proprio davanti alla tomba che nel cimitero cittadino ospita le sue spoglie.
Due i brani cantati, “Signor mi chiama“, coro finale della “Passione di San Giovanni” – adatatta con un suo testo – di Bach, e “Neve non tocca” di Lorenzo Perasi.
In 22 si sono ritrovati per rendere omaggio alla memoria del sacerdote, in un incontro suggestivo ed emozionante, organizzato nel giro di una settimana, e al quale in molti hanno dato la loro disponibilità a partecipare.
Compositore, don Roberto scrisse canzoni, tra le quali “O Jesi mia“, del 1969, che tra l’altro dice: «A Jesi cara mia ‘n semo perfetti, però non semo mango cicerchì. È vero c’emo ‘n sacco de difetti ma el core è come l’arco Clementì. O Jesi, Jesi mia, quanto sai bella e quanto quanto me sei cara…».
Ma il suo interesse e la sua competenza in fatto di musica spaziavano senza limiti, dalla polifonia alla lirica, e ci ha lasciato un patrimonio «da non dimenticare».
Nel 1965, insegnante di religione al “Cuppari“, fondò all’interno della Polisportiva Aurora, il settore basket, e oggi la pallacanestro jesina si trova ai vertici nazionali. Con l’Aurora, nel “versante” calcio, anche il futuro campione Roberto Mancini, iniziò a tirare i primi calci.
Il 29 settembre del 2015 gli fu conferita, postuma, la cittadinanza benemerita.