STAFFOLO – Non esistendo particolari esigenze cautelari da salvaguardare, è stato rimesso in libertà, dopo la convalida degli arresti, il pachistano M.A., 37 anni, finito nella rete dei Carabinieri con le accuse di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il furgoncino Fiat Ulisse con il quale trasportava i connazionali sfruttati, tutti con lo status di rifugiati o richiedenti asilo, al lavoro, era già stato sequestrato.
I militari della Stazione di Staffolo, guidata dal luogotenente Pasquale Cerfolio, quelli del Nucleo ispettorato del lavoro di Ancona e della Compagnia di Jesi, erano riusciti a chiudere, proprio mercoledì scorso, 27 settembre, una indagine complessa sul caporalato tra Staffolo e Santa Maria Nuova, che aveva portato anche a tre denunce, una a carico di un collaboratore del pachistano, le altre due per i titolari di altrettante aziende agricole della Vallesina.
L’agenzia del lavoro organizzata illecitamente dal pachistano forniva manodopera a prezzi stracciati e vitto e alloggio agli stessi lavoratori, in due rustici, ma in condizioni igieniche indescrivibili, in mezzo a sporcizia e topi liberi di girovagare nelle stanze.