JESI – Cappellino giallo lanciato in aria per chiedere l’elemosina. Sguardo ammiccante ma che non infastidisce, passaggio veloce tra un’auto e l’altra, e un “grazie” a chi dà ma anche a chi non lo fa.
Di necessità virtù. E lui Tiziano, 57 anni, jesino, barba e capelli bianchi fluenti, che abita in un quartiere molto jesino, costretto dai casi della vita a chiedere l’obolo alla gente di buon cuore, che ti fa?
Si mette in attesa all’impianto semaforico tra viale della Vittoria, viale del Lavoro e via Garibaldi – dove c’è la concessionaria Fiat – e, al momento opportuno, si piazza in mezzo alla strada – sulle strisce pedonali, però… – di fronte alla fila di auto che entrano in città, ferme al “rosso”, gesticola, attira l’attenzione, lancia il cappello in aria e poi, vento permetendo, lo riprende al volo e sorridendo passa per il contributo allo show.
«Ho iniziato il maggio scorso – spiega – e sono qui quotidianamente dal primo pomeriggio. D’estate, la domenica, mi piazzavo un po’ più giù, all’incrocio con via San Giuseppe aspettando chi rientrava dal mare».
Tiziano è un ex dipendente di una nota industria e quando ha perso il lavoro con i soldi della liquidazione ha provato ad aprire un’attività in proprio. Ma è andata male.
«Ci ho rimesso tutto e mi sono dedicato a tempo pieno ad assistere mia madre, che ora ha 85 anni. Ho anche fatto domanda per una borsa lavoro ma ancora sto aspettando perciò mi sono messo al semaforo».
«Ringrazio tutti quelli che mi aiutano con un obolo, c’è tanta brava gente che lo fa».