JESI – «Era un amorevole padre di famiglia», «un uomo buono», «un grande lavoratore instancabile che dedicava tutto sé stesso al lavoro e alla famiglia». Sono i ricordi più sinceri di Carlo Bartolomeoli, l’autotrasportatore jesino di 58 anni rimasto ucciso nel terribile tamponamento a catena fra mezzi pesanti di lunedì sull’autostrada A14 nel tratto compreso tra Grottammare e San Benedetto del Tronto. Il punto dei cantieri perenni e dei restringimenti, un tratto maledetto già segnato – proprio a causa del prolungarsi dei lavori – da incidenti anche molto gravi. Ma il disastro di lunedì è l’apice del dolore. Nello schianto provocato da tre tir, che poi si sono incendiati, sono morti carbonizzati due autotrasportatori: Carlo Bartolomeoli 58 anni di Jesi che viaggiava sulla motrice in mezzo, e Mario Miani, 57 anni di Cepagatti (Pescara). Ferito lievemente un terzo autista, un 55enne di Macerata, unico superstite di questa tragedia.
Mentre l’autorità giudiziaria sta ancora lavorando per ricostruire le responsabilità del duplice dramma che spezza il cuore di due famiglie, la Procura competente potrebbe aprire un fascicolo per l’incidente mortale sul lavoro. Lunedì Bartolomeoli stava tornando in direzione Ancona alla guida della sua motrice dopo aver scaricato dei bancali a Pescara, nel primo pomeriggio sarebbe dovuto tornare in sede alla “Afp Group Cargo” srl di Monsano, ditta per la quale aveva iniziato a lavorare da neanche quattro mesi (LEGGI L’ARTICOLO).
Il dolore dei titolari della Afp Group Cargo.
Il suo contratto di lavoro prossimo alla scadenza era destinato a essere rinnovato, tanta la «capacità professionale, la serietà e la competenza dimostrate», avevano detto i soci della ditta, ora in lacrime per il loro dipendente. Sono stati contattati lunedì nel tardo pomeriggio, dalla targa sono risaliti al dipendente che era di turno e che era andato in A14 verso Pescara per una consegna: le operazioni di identificazione sono state difficilissime, così come delicatissimo il lavoro dei Vigili del fuoco di Ascoli Piceno e San Benedetto per estrarre dalle lamiere i corpi carbonizzati delle due vittime, cercando poi di mettere in sicurezza lo scenario dell’incidente in cui i mezzi pesanti erano andati in fiamme per le scintille prodotte dall’impatto.
I ricordi dell’Acli Pattinaggio
Oggi è il momento del dolore delle tante persone che conoscevano Carlo e che si stringono con commozione ai tre figli Melissa, Rebecca e Jacopo, alla moglie Loriana e all’anziana mamma che abita a Chiaravalle. Commozione anche all’Acli Pattinaggio di Jesi, dove Carlo Bartolomeoli era stato presidente dal 2000 al 2005. Una società che era diventata la seconda famiglia, dove i tre figli erano cresciuti come persone ma anche come sportivi. «Se penso a te, mi viene solo la parola “grazie” – scrive l’allenatrice Maria Belardinelli sui social – grazie per i più di 20 anni passati insieme. Grazie per l’instancabile lavoratore che eri. Grazie per avermi affidato tre gioielli di figli. Grazie del bene che mi hai voluto. Un vuoto per me e per l’Acli Pattinaggio Jesi che si stringe attorno a Lory, Jacopo, Rebecca e Melissa. Ciao grande, presidente, lavoratore ed amico Carlo Bartolomeoli da tutti noi».
Tutta la famiglia impegnata nella Società sportiva
Maria Belardinelli ha conosciuto Carlo quando aveva accompagnato la figlia primogenita Melissa (oggi 25enne) a provare il pattinaggio artistico. Poi dalla società non si era più allontanato, anzi rafforzando negli anni il legame con la nascita degli altri due figli, destinati anche loro alle rotelle. Aveva anche coinvolto la moglie Loriana, abile nel cucito, che è la costumista. Oggi Melissa, Rebecca e Jacopo sono tre campioni e allenano i piccoli. Rebecca è stata pattinatrice azzurra in Nazionale. Sono stati raggiunti dalla terribile notizia lunedì sera mentre si trovavano con la loro allenatrice a Riccione per disputare la prima gara nazionale dopo il Covid, gli “Italian Roller Games 2021”.
«Il nostro cuore è spezzato – dice commossa l’allenatrice Maria Belardinelli – Carlo era una persona straordinaria, un lavoratore instancabile. Lo abbiamo apprezzato subito per la grande disponibilità quando la figlia Melissa muoveva i primi passi nel mondo del pattinaggio artistico, poi nel corso del tempo è diventato presidente, uno che risolveva ogni tipo di difficoltà soprattutto a livello pratico. Carlo, l’Acli non ti dimenticherà». Le parole dell’allenatrice sono cariche di partecipazione, ed esprimono il cordoglio di tutta la società sportiva – oggi guidata dalla presidente Olema Gualerni – per questa tragedia.