FABRIANO – L’ultima risma di carta Fabriano Copy 2 è stata prodotta, tagliata e confezionata nello stabilimento di Giano srl a Rocchetta di Fabriano dai dipendenti del secondo turno ieri, 17 dicembre. Un sentimento di tristezza quando a fine turno hanno dovuto liberare l’armadietto. L’accordo trovato nell’ambito della vertenza Fedrigoni prevede che la Giano Srl, società attiva nel ramo della produzione di carta per ufficio, venga dismessa a fine anno. I 173 dipendenti dei siti di Vetralla e Fabriano saranno posti in cassa integrazione straordinaria per un anno. In questo lasso di tempo, l’azienda gli proporrà ricollocamenti. Naturalmente chi cambierà mansione potrà fruire di adeguate attività di formazione e riqualificazione, realizzate anche grazie a finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Marche.
L’incontro
E proprio di queste questioni si è parlato ieri pomeriggio nel corso di un incontro tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria Slc-Cgil, Fistel Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Chimici, nonché della Rappresentanza Sindacale Unitaria e la Fedrigoni. «Abbiamo contestato il metodo utilizzato dall’azienda per le prime proposte di ricollocazione ed espresso preoccupazioni sulle modalità di ricollocamento del personale. Per questo abbiamo sottolineato l’importanza di predisporre da gennaio 2025 una cabina di regia in modo da programmare in tempi medi le ricollocazioni previste. In merito, poi, alla dicitura di rinuncia al pregresso inserito dall’azienda sul contratto di riassunzione siamo contrari e ci riserviamo nei prossimi giorni un approfondimento. Così come sui demansionamenti per ricollocamento, abbiamo ribadito che questi devono avvenire solamente per volontarietà dei lavoratori e a riguardo abbiamo richiesto di inserire alla firma, una clausola di garanzia di recupero della mansione precedentemente acquisita non appena le condizioni di ricollocazione lo permettono. Abbiamo sollecitato l’azienda ad attivare azioni formative concordate con la Regione marche già a inizio gennaio prossimo per istruire il personale, il che garantirebbe un’integrazione economica alla cassa integrazione, e a presentare il Piano industriale per avere una visione più chiara e trasparente sul futuro dell’azienda», concludono le parti sociali.