Jesi-Fabriano

Casa delle Donne di Jesi, avanti tutta con la neo presidente Cristiana Scuppa

La Casa delle Donne-Centro Antiviolenza di Jesi ha una nuova presidente: è l'avvocato Cristiana Scuppa

JESI – Cambio al vertice della “Casa delle Donne-Sportello antiviolenza di Jesi”, una realtà importante, baluardo di difesa delle donne e di aiuto contro la paura. La storica presidente Paola Moreschi cede il passo all’avvocato Cristiana Scuppa, da molti anni volontaria della Casa delle donne che ha messo a disposizione delle vittime la sua umanità e le sue competenze giuridiche. Il cambio della presidente, nei giorni scorsi nell’ambito dell’assemblea della Casa delle culture.

Avvocato, quale la sua prima impressione ora che deve guidare il gruppo?
«Quello che ho favorevolmente constatato del nuovo direttivo, composto da 9 membri, è che la maggior parte delle componenti si sono autocandidate con slancio ed entusiasmo. Ciò è una chiara dimostrazione di come ci sia nel gruppo una forte volontà di collaborare per consentire allo sportello antiviolenza di costituire, per un numero sempre maggiore di donne, punto di riferimento. C’è nel nuovo Direttivo la voglia di fare, di portare avanti progetti, di proporre nuove idee e di lavorare insieme e questo non può che farmi piacere».  

Quale eredità le lascia Paola Moreschi?
«Paola Moreschi, con cui condivido oramai più di dieci anni del mio percorso all’interno dello Sportello Antiviolenza è stata una Presidentessa che ha consentito alla “Casa delle donne” di essere oggi quello che è, e di questo la ringrazio moltissimo. L’eredità che ci e mi lascia ha un valore inestimabile e noi tutte volontarie abbiamo il dovere di tutelarla».

Quale il vostro ruolo?
«Lo sportello antiviolenza, attivo oramai sul territorio dal 2007, offre alle donne vittime di violenza un supporto ed un’assistenza completa, sia di tipo psicologico che di tipo legale. Le operatrici dell’Associazione accompagnano la donna durante il difficile percorso di uscita dalla violenza senza forzare le sue scelte e senza mai giudicarla facendole conoscere tutte le possibili tutele a sua disposizione. Lo Sportello, inoltre, oramai da anni collabora anche con vari Istituti scolastici di ogni ordine e grado del territorio proponendo interventi di sensibilizzazione, informazione e formazione aventi ad oggetto la tematica della violenza ed educazione di genere».

Cristiana Scuppa, neo presidente della Casa delle Donne di Jesi

Nonostante le campagne e le iniziative, il fenomeno è in crescita…
«Quello della violenza sulle donne è purtroppo un fenomeno trasversale e radicato all’interno della nostra società che colpisce le donne in quanto tali indipendentemente dalla loro età, istruzione, posizione sociale, occupazione o collocazione geografica. In tal senso, anche il nostro territorio non costituisce, purtroppo, un’eccezione. Solo attraverso un monitoraggio costante della situazione e un lavoro di squadra tra le forze dell’ordine, gli operatori socio-sanitari, i centri antiviolenza e le associazioni si può sperare concretamente di combattere questa piaga».

I numeri sono la cartina tornasole del fenomeno
«Infatti, anche il numero delle donne che si rivolgono allo Sportello, ci aiuta a capire l’importanza del fenomeno; se infatti nel 2020 si sono rivolte allo sportello di Jesi 44 donne, tra prese in carico e contatti, ad oggi, parliamo già di circa 60 donne, sempre tra le prese in carico ed i contatti».

È cambiato qualcosa nell’identikit delle vittime?
«Se fino a un anno fa la vittima poteva essere una donna italiana, 40enne, madre e lavoratrice, secondo il report della Regione Marche, quello che abbiamo riscontrato negli ultimi periodi è, purtroppo, un aumento delle giovani vittime, a volte anche minorenni; ciò ci rende ancora più consapevoli dell’importanza di coinvolgere istituti scolastici».

Quali sono le richieste di aiuto più frequenti ultimamente?
«Nel 95% dei racconti delle donne emerge la violenza psicologica, ossia quella violenza più nascosta ma anche la più dolorosa perché volta ad annientare la persona, a convincerla che non vale, che è sola, che la responsabilità di quello che sta accadendo è solo la sua. Spesso nel maltrattante c’è una chiara volontà di allontanarla dai parenti o dalle amiche, con il solo scopo di poter meglio esercitare su di lei il controllo, il dominio. Alla violenza psicologica spesso si aggiunge la violenza fisica fatta di schiaffi, pugni, calci, sputi, taglio di capelli, morsi. Diversi sono stati i casi di stalking; in aumento anche la violenza assistita, inevitabile a seguito della pandemia».

Ma va detto che nonostante la pandemia, non vi siete mai tirate indietro…
«Assolutamente no, anzi. Anche durante il periodo di isolamento forzato l’Associazione è rimasta sempre attiva sia al numero di telefono 3664818366 sia attraverso la nostra mail: casadelledonne.jesi.an@gmail.com ».

Le porte della vostra sede in via Colocci sono sempre aperte…
«La sede dove stiamo, di proprietà comunale, assegnataci a seguito di un bando pubblico, è molto importante non solo per noi ma soprattutto per le donne che accogliamo, motivo per cui in questi anni abbiamo cercato di abbellirla e renderla il più accogliente possibile. Noi ci siamo».

Quanto contano la famiglia, la società per la prevenzione alla violenza?  
«Nella prevenzione e nella lotta alla violenza di genere ritengo che sia fondamentale non solo il ruolo della famiglia ma anche della scuola e della società in generale se vogliamo provare a costruire un futuro migliore. L’educazione più importante che possiamo dare ai nostri figli, siano essi maschi o femmine, è quella del rispetto della persona in quanto tale indipendentemente dalle proprie tendenze sessuali, dal proprio credo religioso e dalla propria cultura».

Una novità importante per voi?
«È con gran piacere che comunico che da quest’anno parteciperemo anche al Forum permanente per il contrasto delle molestie a la violenza di genere L.R. 32/2008 istituito a livello regionale. Ciò ci consentirà non solo di dialogare e confrontarci tra le altre istituzioni ed enti del territorio per affrontare al meglio le problematiche della violenza ma anche di illustrare quelle che sono le nostre iniziative e proposte in un’ottica di collaborazione e di reciproca crescita».

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